CFH

 

Capita spesso di trovarsi coinvolti in discussioni su questioni non semplici da affrontare e si finisce (o, meglio, si inizia) con lo schierarsi partigiano, o da una parte o dall’altra; classico riflesso condizionato da pensiero duale: o con me o contro di me, da una parte il torto e dall’altra la ragione.

Niente di strano, niente di male: è normale che tanti temi si affrontino in questo modo. Normale su Facebook, normale quando si discute a tavola, magari con qualche bicchiere di vino in corpo e nel pensiero.

Meno normale quando di queste cose se ne parla a scuola dove l’approccio del tifoso non è per niente utile: a scuola si formano (o si dovrebbero formare) menti critiche e non use obbedir tacendo e tacendo morir …..

La riflessione mi è venuta stamattina leggendo l’ennesima esternazione (fuori luogo, come il più delle volte) della ministra con percentuali da prefisso telefonico, questa volta sulla spinosa questione dell’educazione di genere a scuola.

Non entro qui nel merito della questione ma mi interessa riflettere sul come sia possibile trattare tematiche simili a scuola in modo che da offrire agli studenti ed alle studentesse opportunità autentiche di comprensione di una problematica complesse e nel contempo offrire agli stessi ed alle stesse un’opportunità di sviluppare abilità di pensiero di ordine elevato.

In un veloce, ma denso, scambio su Facebook (questa mattina 7 giugno 2014) ho così commentato

… sulle questioni controverse: io credo che soprattutto a scuola si dovrebbero trattare. Tutte, anche le più spinose. Ovviamente presentando per ciascuna i differenti punti di vista ed offrendo a tutti di costruirsi quello proprio considerando tutti gli altri punti di vista, tutte le implicazioni. Davanti a problematiche complesse non si può né fuggire, né semplificare. Dobbiamo aiutare le persone, a cominciare dalla scuola, ad esercitare un pensiero complesso, non duale. È ampiamente dimostrato che persone dotate di pensiero duale sono incapaci di risolvere problemi complessi ….

La questione è: come attivare simili opportunità di apprendimento? Come favorire lo sviluppo di una comprensione autentica di una problematica? Come favorire lo sviluppo del pensiero complesso? Come favorire il superamento del pensiero duale?

In letteratura troviamo ben sviluppato il concetto di “flessibilità cognitiva” (qui una buona introduzione), una teoria che ci aiuta a capire come funziona il pensiero di una persona quando si trova ad affrontare problemi complessi. Questa questa teoria ha portato a sviluppare una strategia di apprendimento nota come Cognitive Flexibility Hypertext (CFH), ipertesti per la flessibilità cognitiva, un ambiente di apprendimento per favorire lo sviluppo di flessibilità cognitiva.

Una proposta secca: su questo approccio didattico ho realizzato parecchie attività formative per insegnanti e formatori e mi piacerebbe lavorare allo sviluppo di CFH che provvisoriamente titolerei:

Gender education a scuola? Si no, forse … perché

Chi ci sta? Contattatemi in privato o via mail a giannimarconato@gmail.com o con messaggio su Facebook.

E’ una attività “libera” nel senso di gratuita, per tutti.

Il mio guadagno? Il piacere di fare una cosa utile ed in modo collaborativo.

Chi partecipa cosa deve mettere? lavorare con me a distanza (proporrò una piattaforma di lavoro riservata, credo Moodle); 5 ore circa di impegno in un paio di settimane (più eventuali letture che individualmente si vorranno fare).

In cosa consisterà il lavoro?  Si lavorerà (a distanza) facendo ricerca in internet, raccogliendo, analizzando e valutando materiale, redigendo brevi testi, costruendo, alla fine, un ipertesto da pubblicare in rete (con licenza creative commons) e con le adeguate attribuzioni.

Chi lavora cosa ci guadagna? Impara a sviluppare un CFH, una metodologia didattica di grande utilità se si vogliono attivare apprendimenti autentici, significativi.

Quando si partirà? Battiamo il ferro fin che è caldo: tempo una settimana per vedere se ci saranno una decina di persone interessate, poi si lavora a ritmo lento da metà a fine giugno.

 

http://www.avvenire.it/famiglia/Pagine/basta-gender-a-scuola.aspx

 

 

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Un pensiero su “Come fare educazione di genere a scuola?”

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