“Non preoccuparsi troppo di cosa pensa il capo”. In realtà è un invito agli insegnanti a prendere dei rischi quando lavorano con gli studenti, ricorda che le attività didattiche devono “rompere” con qualcosa di usuale, evidenzia che l’apprendimento non è un processo puro, pulito, chiaro, ordinato, metodico e che stare troppo sulle regole e sulle routine toglie allo studente la naturale curiosità, spontaneità e passione che porta con sè anche a scuola. Insomma, meglio chiedere scusa che il permesso! Great!
8. They Don’t Worry Too Much About What Administrators Think
This trait is tied in with many of the others listed above. Strong teachers do their job without worrying too much about “what the principal will think”. They’ll take risks, their classes may be noisy, or messy, or both. Their activities may end up breaking something (usually the rules) in order to spark excitement or engagement.
They understand that learning is not a neat and tidy activity and that adhering too closely to rules and routines can drain from students the natural curiosity, spontaneity and passion that they bring to school. Worrying about what the boss may think can be draining and restrictive in any job, teaching is no exception.
In fact, the best teachers live by the code “It’s easier to get forgiveness than permission.”
Leggere questo articolo, in particolare il punto 8, mi ha sollevato il morale. Vedere i bambini “vivere” quello che fanno, seppur rumorosi e confusionari, mi piace tanto. Adoro vederli appropriarsi degli spazi della scuola, lavorare a gruppi qui e lì a svolgere “attivamente” il loro compito, confrontarsi, decidere, discutere, prendere posizione, chiedere… Certo, quando sbircio nelle altre classe e vedo alunni perfettamente seduti e silenziosi, mi sembra di sbagliare tutto. Ma poi mi ricordo che è la loro lezione, non la mia. È il loro lavoro, la loro crescita. Se per offrire loro la libertà di azione e pensiero che meritano devo, a volte, bypassare la burocrazia, lo faccio. È sempre più facile ottenere il perdono di fronte a buoni risultati, che chiedere il permesso prima di realizzarli. Grazie Gianni per avermelo ricordato.
Mi piace molto quando Francesca ricorda che “… la lezione è loro, non la mia… è il loro lavoro, la loro crescita….”, quando ricorda che la scuola è fatta per gli studenti e non per gli insegnanti. Quando hai una consapevolezza come questa, non puoi non rivoluzionare la didattica, cosa Francesca fa, anche a costo di non essere sempre allineata. A me gli eretici, i rivoluzionari sono sempre piaciuti.