Speravo che  con l’ECDL si fosse toccato il fondo. Sono sempre più gli informatici e gli insegnanti di informatica che affermano che avere l’ECDL non significa che si sa usare il computer nelle sue funzionalità di base. Ed ecco il proliferare ele certicazioni ECDL: e-citizen, healh, e mille altri che non ricordo.

Ora ora a Didamatica, ad opera di un emeniente aicista (o aichista) annuncia il varo dell’ennesima certificazione: ECDL per il problem solving /ECDL 4 PS, come acronimo e marchio di fabbrica. Una certificazione nientepoppodimenoche per il problem solving. Ma cos’è il problem solving per l’AICA? Una misera abailità di risolvere problemi di matematica e fisica con il foglio di calcolo!!!

Nulla da obiettare che AICA, sulla traccia dei copiosi business fatti con le altre  ECDL, se ne inventi una di nuova per fare ulteriori soldi. Fossi io capace di trovare simili vacche da mungere!!!

Invidia a parte, ho trovato estremanente superficiale, banale, parziale, ignorante la concettualizzaione che l’esimio ha presentato a supporto del suo nuovo business. Il tipo si è, persino, preso burla degli psicologi cognitivi che, a suo dire, affrontano la questione in modo fumoso e senza imoplicazioni pratiche. Meno male che Jonassen non lo stava ad ascoltare.

Il problem solving è ben altro di quello che il tizio ha cercato di descrivere. Al descrittore “problem solving” è associato, nella pratica e nella letteratura internazionale un significato molto ma molto più ampio. Altro che “risolvere problemi di matematica con il foglio di calcolo”!!!

Quello che mi irrita è l’uso strumentale, e a mero scopo di business,  del concetto di problem solving. Come sempre più spesso succede, si dice di fare una cosa e se ne fa un’altra.

Cha AICA si vergogni!

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7 pensiero su “Demenzialità a Didamatica”
  1. Certifico che oggi l’AICA ha certificato correttamente le sue certificazioni.

  2. Oggi Gianni mi stai facendo “morire” dal ridere! A volte ci vuole un po’ di distacco per vedere come la tragedia sia piacevolmente comica.
    Grazie

  3. La trasmissione di competenze e conoscenze può essere oggetto di gratuità (e qui siamo davvero in pochissimi beati o santi fessacchiotti) oppure di equo guadagno, di lauto guadagno o di speculazione.
    Ma siamo sempre nella situazione di avere ricevuto qualcosa.
    Se invece si tratta di trasmissione di presunte conoscenze di presunte competenze presuntuosamente trasmesse, allora volano o dovrebbero volare i fischi visto che si tratta di un antico dejà vu per il qual ha pagato, ahimè forse eccessivamente, solo la nota Wanna Marchi coi suoi presunti scioglipancia.
    E tutti gli altri no.
    Grazie per l’interessante resoconto!

  4. Gianni,
    grazie per i resoconti dei convegni cui partecipi. Sempre puntuali e, in questo caso, anche … puntuti.
    Purtroppo quando subodorano il profumo del denaro, i mercificatori di ogni cosa si precipitano a far strage di scienza e conoscenza nell’intento di derivarne moneta sonante.
    E il guaio vero, però, è che ci riescono sempre, alla faccia di chi, invece, scienza e conoscenza rispetta e coltiva.

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