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Che con i tablet si impari più velocemente (più di dove, come, quando?) è un’affermazione dal Preside del Lusanna e pubblicata in Bergamonews.

In un veloce commento su Facebook dove ho condiviso il link all’articolo (illuminanti i commenti di tanti colleghi), ho definito l’affermazione “demenza didattica allo stato puro”, un termine forse un po’ forte ma che rende bene il mio convincimento che si tratti di una affermazione basata sul nulla, su di una debolissima comprensione del senso delle tecnologie a scuola (tecnologie che a scuola ci devono stare), su di una comprensione ancor più debole dei meccanismi dell’apprendimento.

Altre affermazioni del dirigente rendono chiaro il suo discorso: il tablet a scuola è un potente strumento di marketing, tanto che da quando si sa che nel suo liceo si usano diffusamente i tablet le iscrizioni sono aumentate. Insomma, il tablet (come un tempo le lim), un gadget per attirare clienti.

DS, titolari di scuole private: tenetelo bene a mente quando pensate a come aumentare le iscrizioni alla vostra scuola. Non serve investire nel miglioramento della didattica; costa tanto ed i tempi sono lunghi. Poche migliaia di euro e la vostra scuola diventa innovativa. Perché sforzarsi a rendere una scuola davvero innovativa quando basta comunicare che è innovativa?

Ritornando alla velocità dell’apprendimento, questa rapidità è dovuta, sempre secondo il Nostro, al fatto di essere (l’apprendimento con i tablet) “ …in linea con i nuovi strumenti e le nuove tecnologie sempre più
presenti e importanti nella vita dei giovani”.

Da dove nascerà mai questo convincimento?  Il fatto che i giovani usino intensivamente le tecnologie nelle loro attività quotidiane non dice nulla del valore di queste nelle attività didattiche: i giovani non sono particolarmente attratti dall’uso delle tecnologie a scuola, non chiedono di usare le tecnologie, non sono motivati dalle tecnologie.

Le pratiche di tanti di noi ed i risultati di non poche ricerche formalizzate (non dico “scientifiche” perché è un termine che non dice nulla, almeno nel nostro contesto) convergono nel mettere in evidenza come il più delle volte le tecnologie affascinano per i primi giorni e poi ritorna il problema di sempre, cioè quello del senso di quello che si fa a scuola.

Le tecnologie sono ben integrate nelle attività didattiche quotidiane dove abili insegnanti sanno proporre attività di apprendimento significative e nel realizzare queste attività trovano un eccellente partner nelle tecnologie.

 

Due link ad esperienze di uso dei tablet a scuola

http://www.solotablet.it/blog/a-scuola-col-tablet/tablet-in-classe-il-racconto-di-un-insuccesso?fb_action_ids=10151690415458513&fb_action_types=og.likes&fb_ref=.Uk3EWth64_c.like&fb_source=aggregation&fb_aggregation_id=288381481237582

http://www.latimes.com/local/education/la-me-1001-lausd-ipads-20131001,0,270074.story

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2 pensiero su “Con i tablet si impara più velocemente?”
  1. Sì, i ragazzi sono veloci!
    In aula di informatica, nel tempo di accendere i computer e dare le prime indicazioni di lavoro, i ragazzi hanno già aperto milioni di finestre, dato miliardi di comandi e pigiato tutti i tasti possibili perché “prof. il mio pc non funzione, è imbombato, la stampante non risponde, avrà un virus…provo a chiudere tutto?”
    Troppa fatica richiede aspettare, seguire una sequenza di istruzioni sequenziali per accedere al proprio profilo di classe ecc… e poi, al momento di salvare il file, “prof. mi è sparito il file, ma lo avevo salvato qui…”.
    Figurati quando basta un touch per aprire mille finestre!

    Sono troppo veloci i nostri giovani studenti e le tecnologie alimentano questa incapacità di soffermarsi, riflettere, prestare attenzione, proiettarsi nella mente un’azione e la sua conseguenza prima di agirla.
    E’ più facile procedere per prova-errore e smanettare; per non parlare del web, dove sbocciano continue finestrelle pop-up a ricordarci quante cose possiamo fare in uno stesso istante.

    Sì, le nuove tecnologie rendono i ragazzi sempre più veloci: stimolano la loro impulsività, sviluppano le performance del loro pollice opponibile, li rimbalzano rapidamente da un’informazione all’altra, da uno stimolo all’altro…

    Ma l’apprendimento è un’altra cosa.

  2. Concordo ancora una volta pienamente con Gianni Marconato come con la collega Roberta che ha inviato il primo commento al post.L’episodio attuale mi conferma ancora una volta che uno dei problemi più gravi della nostra scuola è il sistema di selezione dei dirigenti scolastici!! Un altro grande problema è senz’altro l’infatuazione acritica ed aprioristica per l’introduzione delle nuove tecnologie a prescindere da qualsiasi vera innovazione metodologico-didattica. Tra l’altro,i risultati delle ultime indagini OCSE sulle abilità linguistiche e matematico-scientifiche degli italiani,dagli adolescenti ai sessantenni,che ci collocano agli ultimi posti in Europa,sembrano proprio confermare che l’introduzione acritica e “meccanica” delle nuove tecnologie non abbia contribuito minimamente a migliorare quelle abilità,nè nella popolazione più giovane ,nè nella opolazione di mezza età !!

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