Che gli usi didattici delle tecnologie debbano essere fortemente rinnovati lo pensa anche Luciano Galliani, Preside della facoltà di scienze della formazione all’Università di Padova presso la quale insegna Tecnologie per la Formazione Continua. Galliani, nel corso di un recente seminario AIF, ha offerto un contributo alla rifondazione delle tecnologie segnalando tre sfide che vanno fronteggiate se si vuole dare un senso alle tecnologie. La prima sfida è legata all’uso integrato e sistematico delle tecnologie prima in aula che a distanza. Va adeguatamente concettualizzata e resa operativa l’integrazione di presenza e rete. Altra sfida: passaggio da una didattica basta su conoscenze curricolari ad una basata sulla didattica di competenze per la vita: terza e ultima sfida, usare le tecnologie per trattare tanto saperi quanto relazioni sociali.

Condivido, dal mio personale punto di vista, in modo particolare la prima criticità. Sono, infatti, da tempo convinto assertore della necessità di pensare ad un uso delle tecnologie non solo nella fad, ma anche nella didattica in presenza per far esprime a queste la massima efficacia

L’uso nella didattica in presenza può avvenire, ad esempio, nella formazione professionale di base. Sto sviluppando questo approccio a Bolzano nel Programma di Didattica con le Tecnologie “Pionieri” (www.copernicus-bz-pionieri.it) che coinvolge un gruppo di motivati insegnanti della FP di base i quali, fin dalle fasi iniziali delle proprie attività formative, hanno iniziato ad usare le tecnologie con i propri allievi.

Una bella forma di “formazione in situazione”: gli insegnanti imparano ed usano; usando imparano, rompendo la classica sequenza scolastica del prima imparare e poi applicare; prima la teoria e poi la pratica.

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