… e qui viene il bello. Una volta che vi beccano, e state certi che non ci metteranno molto una volta che vi ci siete messi, cominceranno i soliti cazzeggi faceboockeschi. Anche lei prof qui, cosa ci sta a fare, perché non viene nel gruppo “odio la scuola”, perché non diventa amico di quella bonona supplente di inglese ….. E giù di lì.
La questione è passare dai cazzeggi ad un uso didattico: mica siamo loro amici. Dalle chiacchiere che stiamo scambiando in FB (il gruppo è di oramai 55 persone) pare che un qualche uso sensato se ne possa fare.
Innanzi tutto è opportuno esserci: quindi, iscrivetevi ed aspettate (mio).
Secondo, si può usare per “consulenze” spot oltre l’orario scolastico tipo :Prof, non ho capito (Caterina Policaro).
Terzo, potrebbe essere utile per stabilire un “dialogo” informale che si potrebbe riverberare positivamente sulla relazione educativa in classe, ma attenzione, deve essere autentico e non del tipo “acchiappamosche” (mio)
Quarto: un buon sistema di socializzazione tra i partecipanti ad un corso (per adulti). L’identità, il senso di appartenenza ed Il clima migliorano le attività in presenza (Lucia Rosati).
Nel gruppo “Facebook nella didattica. No grazie?”
Ci stiamo anche domandando come i nostri usano spontaneamente FP per capire fenomenologicamente le loro pratiche quotidiane e per identificare, se mai ci sono, modalità sensate di usi didattico/educativi.
Un cantiere aperto, insomma questo lavoretto su FB!

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