Decenni di istruzione a distanza e solo pochi anni del così detto e-learning hanno provato senza ombra di dubbio che la distanza (anche se mediata dalle tecnologie) introduce un ostacolo o un impedimento all’apprendimento dovuto, appunto, al fattore distanza, alla “solitudine” in cui dovrebbe venire l’apprendimento, alla difficoltà a mantenere la motivazione, alla incapacità di organizzare e seguire un piano di lavoro in un ambiente di studio non strutturato.

D’altro canto, la formazione a distanza e, comunque, le forme di apprendimento libere, aperte, accessibili a bisogno sono di vitale importanza per l’apprendimento continuo, per quello che è noto come il life-long learning. Il just-in-time learning è una delle modalità spontanee attraverso cui le persone apprendono.

Come poter organizzare ambienti di apprendimento che, nella considerazione delle maggiori difficoltà di gestione di un percorso di apprendimento autodiretto, consentano, comunque, alle persone di intraprendere, con successo, un percorso di apprendimento aperto?

Una possibile soluzione, a mio avviso, sta nel ricorrere alle forma naturali di apprendimento, quelle che hanno caratterizzato il nostro apprendimento fin dai primi momenti della nostra vite e che, con strategie più sofisticate, caratterizzano il nostro apprendimento lungo tutto l’arco della nostra vita.

Le persone, come fa notare Roger Schank (1995, 2004), adottano fin dalla nascita e naturalmente, strategie di apprendimento basate sul fare, su tentativi ed errori, “…questi meccanismi sono goal-dominated. …non si impara per conoscere qualcosa, ma per fare qualcosa: è il learning by doing (Schank 2004 p. 261). L’apprendimento è, naturalmente, guidato dal bisogno di fare. La conoscenza è guidata dall’azione. Agire e conoscere sono intimamente connessi. Sempre secondo Schank, è dal periodo della scuola che il conoscere viene staccato dal fare.

Molte delle strategie didattiche adottate nella formazione a distanza, ed in modo esasperato nell’e-learning, non fanno altro che replicare modelli scolastici di didattica (Jonassen 2002) organizzata attorno alla distribuzione di contenuti (in aula lo fa l’insegnante, nell’e-learning lo fanno il PC ed Internet) astratti da ogni loro uso.

da: G. Marconato (in stampa), E-learning (?) senza Learning Object: un approccio per attività di apprendimento. Abstract qui . Paper Bolzano 07. Conversazione sugli usi didattici delle tecnologie.

Approfondimenti in: G. Marconato, (in stampa), Un approccio multi-tool imperniato su Moodle per migliorare le attività di insegnamento e di apprendimento: il caso del Sistema Copernicus – Pionieri della Provincia Autonoma di Bolzano. Paper MoodleMoot07. Anteprima qui.

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