Tondino
Sono sempre stato convinto che no.
Sono sempre stato convinto che senza possedere consapevolmente un metodo non fosse possibile insegnare.
Avere un metodo ed usarlo consapevolmente (sapendo, cioè, perché si sta facendo una cosa e non un’altra), è sempre stata per me una certezza: l’insegnante che aveva metodo era un bravo insegnare, quello che non lo aveva, non lo era.
Insegnanti efficaci contro insegnanti non efficaci.
Insegnare senza metodo sarebbe come se un ingegnere progettasse un ponte ardito facendo scelte casuali sul diametro del tondino e sulla quantità di cemento da impastare nel calcestruzzo.
Però, ad un certo punto, ho scoperto che a scuola spesso si insegna scegliendo a caso tondini e cemento.
In effetti, un viadotto progettato male crolla ma una lezione progettata male regge tranquillamente: nessuno studente è mai morto per cattiva didattica.
O, almeno, la morte sopraggiungerà quando ha lasciato la scuola da tempo. Quando si troverà povero di conoscenze importanti, carente di capacità cognitive essenziali per affrontare i casi della vita, debole di fiducia nelle proprie capacità, incapace di elaborare un proprio pensiero sugli eventi sociali, politici, economici che lo coinvolgono.
A quel punto il danno sarà irreparabile perchè allo studente sono stati rubati anni in cui avrebbe potuto arricchire la sua dotazione di risorse per la sua vita.

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