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Anche su La scuola che funziona

Qui gli allegati e la discussione

Il discorso sulla scuola porta inevitabilmente a interrogarsi su quali siano gli errori che hanno portato alla situazione attuale e su chi, più di altri, li abbia commessi.
Una discussione molto accesa e partecipata si è svolta nel mio blog e in FB attorno a due post (“Caro Preside ti scrivo” e “La scuola Gelmini – Israel non serve a nessuno). Numerosi (sorprendentemente?) sono stati gli interventi di operatori della scuola che attribuivano alla scuola stessa la sua buona parte di colpa.

Proviamo a guardare alle “colpe” della nostra scuola iniziando dal pensiero di una delle menti più vivaci presenti, oggi, nella scena internazionale quando si parla del senso e della forma della scuola, Roger Schank, professore, ricercatore, intellettuale, visionario, uno che poggia sempre le sue proposte operative, che spesso sembrano vere e proprie provocazioni, su di una solida ricerca ed una altrettanto solida concettualizzazione.
Internazionalmente note ed apprezzate le sue “cinque “architetture per l’insegnamento” descritte in Engines for Education (R. Schank, C. Cleary, 1995, Lawrence Erlbaum Associates Publisher).

Sono visioni pessimistiche di Schank?
Sono “colpe” ed “errori” che possiamo trovare anche nella nostra scuola?
Quali le “colpe” degli insegnanti?
Potremo mai correggere la rotta?

Ma cosa dice Schank?
Di seguito una sintesi dei passaggi più significativi sulla tematica in questione (in allegato testi più analitici)

In breve, Schank, ci “provoca” attraverso alcune affermazioni:
• la scuola “uccide” la naturale propensione all’apprendimento di ogni persona;
• il successo scolastico non è saper fare qualcosa ma conformarsi alle regole ed agli standard;
• la scuola fornisce agli studenti delle risposte senza che gli studenti abbiano mai fatto prima delle domande;
• la scuola attiva approcci all’apprendimento che sono l’esatto opposto di quelli che si sviluppano nel mondo reale;
• la scuola obbliga l’insegnante ad essere un selezionatore, un presentatore ed un valutatore di contenuti ma non gli chiede di essere un motivatore, un manager ed un leader;
• gli studenti per crescere hanno bisogno di feedback, ma il solo feedback che la scuola sa dare è il voto;
• la scuola non deve arrogarsi il compito di valutare perché, a valutare, dovrebbe essere chi utilizzerà quelle conoscenze;
• non ha alcun valore l’imparare per imparare anche in assenza di una applicazione.

E identifica quelli che lui chiama !I 10 grandi errori dell’educazione”. Eccoli:

1. La scuola agisce come se l’apprendere possa essere dissociato dal fare
2. la scuola crede che la valutazione sia parte del loro ruolo naturale
3. la scuola crede di essere obbligata a creare curricula standardizzati
4. gli insegnanti credono di dover dire agli studenti cosa loro pensano sia importante sapere
5. la scuola crede che l’istruzione possa essere indipendente dalla motivazione per un uso attuale
6. la scuola crede che studiare sia una parte importante dell’apprendere
7. La scuola crede che attribuire voti sulla base del gruppo di età sia una parte intrinseca dell’organizzazione di una scuola
8. la scuola crede che gli studenti si impegnano solo se si devono misurare con i voti
9. la scuola crede che la disciplina sia una parte costituente dell’apprendimento
10. La scuola crede che gli studenti abbiano, di base, un intrinseco interesse ad apprendere qualunque cosa la scuola decida di insegnare loro.

Estratti da
R. C. Schank, C. Cleary, Engine for Education, Lawrence Erlbaum Associates, 1995
Traduzione Gianni Marconato

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Link alle note su Facebook
http://www.facebook.com/note.php?note_id=137641553700″

http://www.facebook.com/note.php?note_id=137641553700

http://www.facebook.com/notes.php?id=695438512#/note.php?note_id=135280363700″>

http://www.facebook.com/notes.php?id=695438512#/note.php?note_id=135280363700< Link ai post sul blog http://www.giannimarconato.it/2009/09/la-scuola-gelmini-israel-non-serve-a-nessuno/ http://www.giannimarconato.it/2009/09/caro-preside-ti-scrivo/

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14 pensiero su “I 10 grandi errori dell’educazione”
  1. E quelli sono i 10 errori più evidenti, che denotano mancata conoscenza del modo di apprendere degli astudenti, presunzione (la certezza del voto da dare) scarso possesso di strumenti adatti alla costruzione del curricolo e scollamento potente sui contenuti da presentare e ricostruire con gli alunni.
    Gli alunni “non mettono mai le mani sul sapere” tutto è precostituito, nulla avviene per scoperta e sempre attraverso un unica stereotipata strada.

    Esistono un altra serie di errori che giudico più gravi, la tendenzaa forte al livellamento e allo schiacciamento di coloro (studenti e insegnanti) che si sforzano di provare percorsi di apprendimento alternativi. C’è in questo atteggiamento una malevola colpepolezza nel costruire una tendenza al ribasso culturale su modelli televisivi e informativi predominanti, tendenza che cerca di sopprimere il pensiero divergente e creativo.
    Un saluto
    Rosalba

  2. Rosalba, gli ulteriori “errori” che evidenzi hanno un ‘incidenza non da poco sugli esiti della scuola.
    Sudditanza culturale alle mode del momento, alle tendenze “culturali” della nostra socità.
    Aspettative al ribasso in collusione con le basse aspettative che tanti giovani hanno nei loro confronti.
    Appiattimento conservatore della classe insegnante; valore del pensiero convergente.
    Mali terribili, ne sono convinto.
    Rosalba, sei iscritta a “La scuola che funziona”? http://lascuolachefunziona.ning.com/. Perchè non porti l’ queste tue riflessioni?

  3. Condivido al 150% sia i 10 grandi errori che quello che ha detto Rosalba. Sembra che le metodologie di studio/apprendimento/insegnamento più avanzate e motivanti, adottate in molti discipline “ufficiose”, come ILS e la LS in generale, vengano relegate in un ghetto e considerate sovversive per l’omologazione e il livellamento verso il basso a cui assistiamo. Lo sto provando io sulla pelle di mia figlia. E con grande fatica sia io che mio marito stiamo cercando di sopperire alla gravi deficienze che esistono nella formazione che mia figlia — III elementare — sta ricevendo. Nella sua classe siamo gli unici. Forse perchè ambedue provenienti da esperienze di studio non italiane?

  4. INSEgnanti li conosci

    1. La scuola agisce come se l’apprendere possa essere dissociato dal fare
    c’è spesso confusione tra conoscenza/apprendimento, prevale inoltre il conoscere (scuola di serie A vedi Licei) sul saper fare ( scuole di serie B istituti/formazione professionale) , l’orientamento in ex terza media è generalmente così studia allora liceo studia abbastanza istituti tecnici studia poco istituti/formazione professionale , l’importante a immagazzinare informazioni – informazioni – informazioni

    2. la scuola crede che la valutazione sia parte del loro ruolo naturale
    ma vuoi mettere in crisi le certezze scolastiche ,valutazione è “burocraticamente” obbligatoria ti rispondono , una scuola senza voti no non è possibile, vuoi disarmare l’insegnante

    3. la scuola crede di essere obbligata a creare curricula standardizzati
    la standarizazzione da sicurezza è semplicità, ti rispondono ci sono le discipline e i programmi ministeriali , i curricoli disciplinari, l’autonomia scolastica cos’è ?, formazione flessibile attiva un opzional,

    4. gli insegnanti credono di dover dire agli studenti cosa loro pensano sia importante sapere
    ti dicono non sono Insegnante e devo Insegnare, la trasmissione del sapere è il nostro compito, l’apprendimento collaborativi/cooperativo resta fuori dalla porta delle aule così come il piacere del sapere

    5. la scuola crede che l’istruzione possa essere indipendente dalla motivazione per un uso attuale
    ti dicono motivare è che non sono mica un animatore ,psicologo, manager didattico, o già i miei impegni/oneri di Insegnante

    6. la scuola crede che studiare sia una parte importante dell’apprendere
    studiare= avere tanti conoscenze/informazioni per il “mitico” mondo del lavoro, come se la scuola fosse l’unico ambiente/agente di apprendimento, ma sappiamo come/cosa apprende il ragazzo fuori dalla scuola ?

    7. La scuola crede che attribuire voti sulla base del gruppo di età sia una parte intrinseca dell’organizzazione di una scuola
    ti dicono ma quali feedback devo dare, tutte teorie , ciò che conta il VOTO ( funziona anche nella politica :-)) ), ma la scuola non deve valutare e chi altri se no …non sono io che trasmetto le conoscenze …

    8. la scuola crede che gli studenti si impegnano solo se si devono misurare con i voti
    ti dicono infatti l’impegno è legato al voto che altri strumenti ho ?

    9. la scuola crede che la disciplina sia una parte costituente dell’apprendimento
    nonostante ciò il “bullismo” cresce

    10. La scuola crede che gli studenti abbiano, di base, un intrinseco interesse ad apprendere qualunque cosa la scuola decida di insegnare loro
    dobbiamo fornire un bagaglio di conoscenze , poco importa se inerti, la Conoscenza siamo noi e chi altro, insomma basta con tutte ste teorie modelli pedagogie io devo Insegnare

  5. Mi sembra che si faccia un gran pastrocchio. Cosa vuol dire “la scuola” o “gli insegnanti”?
    perchè parlare per categorie? io ho avuto insegnanti validi ed insegnanti che mi han fatto odiare la loro materia. I miei figli hanno e hanno avuto insegnanti che li han fatti crescere come persone ed altri scarsi.
    Parlare per categorie è il modo più inutile per risolvere i problemi.
    Date i mezzi alle scuole e vedrete che gli insegnanti validi, che non sono pochi, saranno felici di dare agli allievi degli stimoli per poter sviluppare processi mentali di critica e di apprendimento.
    Purtroppo temo che ci sia interesse da parte della classe politica a non creare delle persone con capacità di ragionamento indipendente ed autonomo.

  6. Mah! Mi sembra roba vecchia che ha dato il suo glorioso contributo facendo già molti danni.
    Come mai un bimbo di cinquanta anni fa entrava in prima elementare sapendo meno cose di uno d’oggi e ne usciva che ne sapeva di più?
    Chiedete conferma a quei disgraziati di docenti della scuola secondaria inferiore.

  7. Un esempio per capirci. Queste allieve sono venute a lavorare a scuola dopo la fine dell’anno. Io avevo da fare gli esami e ho dovuto delegare a loro quasi l’intero lavoro qui descritto.
    L’unica nota amara è che non potrei fare lo stesso coi maschi. Questo mi dispiace e non poco.
    Nel loro lavoro e disponibilità vedo la stima per la scuola per me e per i colleghi di musica, arte e immagine ed educazione fisica.

  8. Materiale scontato, di non grande livello, nonostante (o forse proprio per) la firma prestigiosa.

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