In questi giorni bui per la scuola pubblica italiana, con dichiarazioni irresponsabili e demenziali del presidente del consiglio e con lo stravolgimento della Costituziona da parte della non istruita ministra dell’istruzione, vale la pena ricordare cosa recita la Costituzione italiana in tema di scuola.

Lo faccio, a futura – anche mia – memoria, riferendomi, dato che non sono (ancora) costituzionalista,  all’articolo di oggi su la Repubblica di Salvatore Settis.

Ricorda Settis che all’articolo 33

La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini  e gradi

evidenziando che

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istitudi di educazione senza oneri per lo stato

e si precisa che

la legge nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolsatico equipollente a quello degli alunni delle scuole statali

All”articolo 34

L’istruzione inferiore , impartita per almeno 8 anni, è obbligatoria e gratuita

e prescrive che la Repubblica privilegi , con borse ed aiuti economici alle famiglie

i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi

E’ evidente, come fa notare l’articolista, che

  • la scuola pubblica deve essere un modello per la privata (ma impoverendola sempre pià che modello è?)
  • non si parla mai di due modelli concorrenti (come vorrebbero invece i nostri governanti)
  • l’aiuto pubblico è in ragione del merito dello studente: con i contributi diretti ed indiretti alla scuola privata pare che il solo “merito” sia quello di aver scelto la scuola privata,

Sempre della serie “per non dimenticare”, Sattis ricorda che

  • fu con Bassanini che il ministero della “Pubblica Istruzione” diventò della “Istruzione”
  • con il governo D’Alema (legge 62 del 2000) iniziò la “generosità” verso le private.

Senza dimenticare la perla del nostro primo ministro, quell’ “inculcare” come modello educativo per la scuola tanto pubblica (che “inculca” cose sbagliate e che le famiglie non vogliono) che per qualla privata dove vi è la libertà di “inculcare” liberamente.

Il vero problema che Sattis, opportunamente, vede e su cui richiama l’attenzione di noi tutti è il progressivo scivolamento dalla Costituzione formale verso la Costituzione materiale che questo governo sta costruendo, e imponendo nei fatti (vedi il caso “scuola”),  a proprio uso e consumo

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Immagine da http://www.mariedargent.com/

 

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