La scuola democratica è la scuola autogestita.

Per l’autogestione servono unità operative di dimensioni ridotte, scuole piccole, classi piccole.

La tendenza è, invece, verso accorpamenti di plessi sotto un’unica dirigenza (con annessa verticalizzazione della gestione) e di classi sempre più numerose.

La razionalità dell’accorpamento non è di tipo economico (riduzione dei costi di personale di direzione) ma è legata al controllo dei processi: più verticale è la struttura, più agevole è il controllo.

Più verticismo, meno democrazia. Più conformità alle direttive impartite e meno partecipazione.

La scuola non può dare un proprio contributo alla promozione della cultura della democrazia se non è essa stessa un’organizzazione democratica.

Chi promuove la verticalizzazione dell’organizzazione scolastica, la differenziazione dei ruoli, favorisce meccanismi competitivi non lavora per la democrazia.

Chi promuove l’efficientismo a scuola lavora per la produttività, considera la conoscenza un prodotto e non lavora per lo sviluppo della persona.

Riflessioni leggendo le prime pagine di Éducation démocratique di C. Lavagne e F. Vergine,  Edition La Découverte, Paris, 2021. Traduzione italiana a cura di R. Latempa e D. Boarelli, ed. Novalogos 2022

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