Ho intitolato un mio “vecchio” intervento: “Oltre l’e-learning. Verso un paradigma di insegnamento ed apprendimento migliorato dalla tecnologia”; è stato pubblicato nel numero 200 (dicembre 2003) della rivista Sviluppo & Organizzazione.

L’idea di andare (concettualmente) oltre l’e-learning è stata da me ripresa in “Copernicus System: beyond e-learning, an approach to the integration of learning technologies in vocational teaching and learning” pubblicato negli atti della International Conference on methods and technologies for learning, Palermo 2005.

La posizione che anche in questi scritti illustro, brevemente, è la seguente.

Ciò che viene chiamato “e-learning” è, sostanzialmente, l’applicazione delle tecnologie all’educazione ed alla formazione. Come accanto a libri a stampa che illustrano un museo, una mostra, una città d’arte si sono sviluppati “libri” digitali che illustrano gli stessi oggetti, alla lezione tenuta da una persona si affianca un insegnante digitale che propone, spesso con scarsa competenza didattica, gli stessi contenuti.

Questi prodotti digitali sono stati resi più ricchi, più attraenti, più divertenti, più facili da fruire, ecc… grazie alle possibilità tecniche che la tecnologia ci offre, ma non arricchiscono in alcun modo il prodotto sulla base di quelle che potremo chiamare le “specifiche cognitive” del soggetto che apprende.

Pare che chi sviluppa e-learning abbia un background professionale più di tipo tecnologico che pedagogico/didattico (ho letto molti profili di “sviluppatori” che confermano quanto dico). Ed il risultato si vede o, meglio, non si vede.

Come spesso succede che ad un cambiamento concettuale, di significato si accompagni sempre anche un cambiamento di termine usato per designarlo, in questo caso auspico che si abbandoni, a dirla con McLuan, il “significante” non per una mera operazione di restyling lessicale, ma per un vero e proprio cambiamento di paradigma, per un cambiamento di “significato” (ancora McLuan). Quando affermo la necessità di andare “oltre l’e-learning” per far esprimere alle tecnologie un reale valore aggiunto (cosa in cui credo fermamente), intendo dire che sia necessario ripensare l’uso didattico che nella pratica corrente si fa delle tecnologie, che si debba ripensare la concettualizzazione stessa che nella scuola contemporanea si fa dell’apprendimento, che si dimostri consapevolezza delle acquisizioni della pedagogia contemporanea in relazione alle condizioni in cui si apprende, che si tengano in considerazione i risultati della ricerca scientifica, realizzata quasi esclusivamente in ambito accademico, sugli impatti cognitivi delle tecnologie e sulle opportunità che da questi si originano.

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