Giornata piovosa, poca voglia di lavorare. Quindi, blog, blog, blog …….
Gigi, nel suo blog ribatte un tasto a lui caro: perché in Italia si usa così poco il web 2.0?
La mia impressione è che ci si ostini a dare soluzioni (Web 2.0, ad esempio) senza aver, prima, identificato il problema.
O, come si diceva, si mette il carro davanti ai buoi.
Sono convinto che non basta che ci sia una opportunità, anche sensata, intrinsecamente, perché la si colga. Bisogna che il potenziale utente ne avverta l’esigenza. Lui, non chi fa la pregevole proposta.
Nel mio piccolo ho fatto un tentativo di mettere i buoi a tirare il carro e lo ho fatto a proposito di comunità di pratiche e di apprendimento collaborativo (le soluzioni). Non so quanto convincente sia la mia concettualizzazione ma, a fronte della richiesta di trattare in una “lezione” questo argomento sono partito dai “problemi” che ho identificato essere: il bisogno di apprendimento continuo agito in una prospettiva di auto-sviluppo. Non so se ho fatto un buon servizio al caro web 2.0 ……

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Un pensiero su “Soluzioni alla ricerca di problemi”
  1. Non fa una grinza.
    L’analisi dei fabbisogni è l’unico punto di partenza certo.
    Peccato che non lo si consideri per l’importanza che ha!

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