Mi riferisco, anche, all’intervista del ministro Profumo rilasciata a WIRED

Ovvio che non dissento sulla necessità di digitalizzare scuole, insegnanti e studenti. Ho anche parlato di un “obbligo” per la scuola di essere “digitale”. Il digitale a scuola è anche la mia “delega” in ambito di Nord Est Digitale

Dissento, in primis, perchè la modernizzazione delle scuole attraverso il digitale non si consegue a “paccate” di lim o tablet, ma attraverso l’infrastrutturazione di base delle scuole, che vuol dire:

un computer per ogni studente (di proprietà dello studente stesso)

il collegamento (performante) ad internet di ogni scuola

una (solida) competenza informatica di base per ogni insegnante

Dissento, poi, perchè temo, quasi una certezza, che come quanto avvenuto ai nefasti tempi delle LIM, tutte le risorse per la formazione degli insegnanti vengano cannibalizzate dalle tecnologie, per la formazione all’uso dei tablet, dei reader ecc… trascurando tantissimi altri temi di cui scuola ed insegnanti hanno necessità.

Dissento, perchè in questo modo si stabilisce quello che acutamente Marco Guastavigna aveva definito il “pensiero didattico unico”. Un unico modo di insegnare, una unica forma di pensiero da promuovere e sviluppare.

La scuola ha tanti problemi, tanti obiettivi, tanti approcci didattici. Tutti da sostenere anche attraverso formazione, ma formazione plurale, non formazione a senso unico.

Mi piace molto l’idea di Profumo delle smart communities e della valorizzazione dell’intelligenza distribuita.

Mi convincono, anche i punti cardinali su cui insisterà:

  • il miglioramento del sistema di valutazione,
  • una riflessione sul rapporto scuola-lavoro,
  • un investimento sull’istruzione tecnico-professionale,
  • il ringiovanimento del corpo docente,
  • un potenziamento dell’orientamento alla scelta dell’università.

Il mio dissenso è, però, totale sull’approccio alla digitalizzazione delle scuole. Mi piacerebbe si evitassero altri errori “strategici” e che dopo aver verificato la pochezza di una politica di “innovazione” basata sulle lim, si dovesse verificare la pochezza (in termini di reale impatto innovativo) anche quella basata sui tablet.

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Un pensiero su “Dissento con la strategia “digitale” a scuola del governo”

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