Osservo quello che succede in rete: fuochi che si accendono con estrema facilità e che con pari facilità si spengono.
Grandi passioni a portata di click: facili condivisioni, facili offese, facili mi piace.
Entusiasmi, pro e contro, che durano lo spazio di un arcobaleno.
Poi il silenzio, l’oblio. Come se nulla fosse successo. E si riprende con l’ennesimo ed effimero mi piace.
Che sia questa la vera vita nella rete?
Ora come ora sono propenso a crederlo.
Ma anche: perché le passioni devono essere solo eterne, solo forti? E fuori dalla rete le passioni sono solo forti?
P.S.
E ancora: il grillismo come passione effimera?
E ancora: il grillismo come passione effimera?
Gianni, le passioni sono le stesse, dentro e fuori della rete. dentro ne è solo più visibile qualche aspetto, ma penso sia un errore confondere il mi piace con la passione stessa. quella, a qualsiasi cosa si riferisca, te la porti dentro e in genere è forte per tutto il tempo che dura. poi magari si trasforma ma non è detto che sia più debole per questo.
Vincenzina, quello che voglio dire è che a me pare che in rete, e più precisamente nei social network ci si infiammi (ci si appassioni) con più facilità che nella vita materiale ma che si spenga anche con maggior facilità. Da qui l’idea che le “passioni” in rete siano più deboli. Nel bene e nel male
Gianni, forse abbiamo già avuto modo di dirlo , è connaturato nella immediatezza della rete questo essere i suoi utenti fuggevolmente su ogni pezzo. immediatezza e distrazione. è lì la debolezza, non forzatamente inconsapevole, per altro. (e lo dico di vollata e male, pressata da un quotidiano affollato come un brodo di coltura…)