efficacia

Non ho alcun dubbio che ci sia un enorme, sconfinato, bisogno di innovazione: sociale, politica, culturale, educativa, didattica …..

Ma di tutta questa “innovazione” a scuola di cui sono pieni social network , riviste, newsletter, house-organ … non se ne può più.

Basta usare una lim, un’app qualsiasi, un e-book, uno dei mille programmini che si trovano in internet per fare mappe, animazioni, giochetti vari e la didattica da “normale” diventa “innovativa”.

Il risultato è che il termine, la pratica, il concetto di innovazione ha perso di significato. Almeno in ambito educativo. “Didattica innovativa” è tutto e niente.

Ho la sensazione che spesso si usi questo termine in modo auto-assolutorio, come per dire: “io sono al passo con i tempi; anzi, li precedo …”.

Presa da un diverso punto di vista: cosa vuol dire “didattica innovativa”? Che  si innovano gli strumenti? Che si innovano i metodi? Che si innova rispetto a cosa di non innovativo? Compito arduo definire l’innovazione, ma anche del tutto inutile perché la scuola non ha bisogno di “innovazione” ma di “efficacia”.

Efficacia vuol dire conseguire bene i propri scopi, ottenere ciò per cui la  scuola è stata creata.

Per me la scuola esiste per aiutare le persone ad imparare (in senso ampio; non solo le materie curricolari): più la scuola è efficace, meglio e di più le persone imparano.

Qui si apre un’ulteriore questione spinosa: quando possiamo dire che gli studenti e le studentesse hanno imparato? E come valutiamo se e quanto abbiamo imparato?

Quindi: la didattica innovativa non ci serve. Ci serve una didattica efficace.

La didattica efficace la puoi fare anche con gesso e lavagna d’ardesia

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