Quanti e quali dispositivi didattici si usano abitualmente per strutturare una lezione?

Sulla base di quali criteri si sceglie un dispositivo didattico?

Cosa può limitare l’efficacia di una lezione?

Cosa potrebbe succedere se usassimo un repertorio limitato di dispositivi didattici?

Ogni azione didattica si esplica attraverso una pluralità di dispositivi, ovvero di micro attività ognuna delle quali si prefigge di conseguire specifici obbiettivi di apprendimento.

Dispositivi possono essere una spiegazione, un lavoro di gruppo, un brainstorming, un feedback…

L’integrazione sapiente di più dispositivi costituisce la “lezione”.

Più ampio è il repertorio che un insegnante padroneggia, più raffinata, efficace e intenzionale sarà la sua lezione.

Il Questioning può essere un dispositivo didattico molto efficace anche nella DaD ed essere utilizzato per la conduzione dell’interazione online, sia essa sincrona che asincrona.

La domanda è certamente uno degli  strumenti più usati in aula dagli insegnanti, ma quanti tipi di domande fanno parte del repertorio dell’insegnante?

Altra questione: abitualmente il ruolo dell’insegnante è di fare domande e quello dello studente è di rispondere. Ma cosa potrebbe succedere se chiedessimo allo studente di fare domande su una questione piuttosto che dare risposte?

Le domande sono una delle componenti cognitive fondamentali che guidano il ragionamento umano. Attorno alle domande che le persone fanno e a cui rispondono si costruisce un flusso di ragionamento coerente attorno ad un argomento.

La prova del passaggio da novizio a esperto in un dominio è la qualità delle domande che la persona fa.

Pur essendo la domanda il più facile e il più potente mezzo per dare forma alla conoscenza, in ambito scolastico il porre domande è una questione particolarmente critica perché:

  • Le domande che si fanno a scuola sono troppo spesso focalizzate sulla memorizzazione,
  • La stragrande maggioranza delle domande che gli insegnanti fanno sono basate su fatti che vengono approcciati in modo letterale e sulla ripetizione di informazioni;
  • Gli studenti non sono dei bravi “produttori” di domande (è stato calcolato che spontaneamente uno studente di scuola superiore pone una domanda ogni 10 ore di lezione!).

Si potrebbero, però formulare domande finalizzate allo sviluppo di abilità cognitive di ordine superiore come la predizione e l’inferenza e portare, così, gli studenti a pensare in modo più profondo.?

Inoltre, dato che gli studenti raramente pongono domande e la maggior parte di queste sono superficiali, è possibile ed opportuno “allenare” a fare domande.

Ma perché le domande sono tanto importanti?

  • La struttura retorica della domanda più la risposta è il modello di dialogo prevalente nella conversazione “naturale”,
  • La buona comprensione di un concetto, di un fatto, di un testo implica la capacità di formulare domande che denotino un ragionamento esplicativo (perché, come, cosa se, cosa se non, quali conseguenze
  • Secondo l’approccio finalizzato a porre domande dettagliate, l’apprendimento migliora nella misura in cui chi apprende pone domande e risponde a domande che richiedono un ragionamento esplicativo sul materiale d’apprendimento,
  • Le domande per il ragionamento esplicativo sono il modo migliore per scoprire se gli studenti hanno compreso realmente l’argomento di studio.

I livelli della conoscenza attivati attraverso le domande e le loro finalità sono:

  • Conoscenza: capacità di rievocare ciò che si conosce (ricordare, memorizzare, riconoscere, richiamare informazioni),
  • Comprensione: capacità di cogliere il senso di un’informazione (interpretare, descrivere in parole proprie, organizzare e selezionare fatti e idee, organizzare le idee in categorie),
  • Applicazione: estensione di concetti appresi a situazioni nuove (applicare informazioni per produrre risultati, utilizzo di fatti, regole, principi),
  • Analisi: separazione delle parti in un tutto (suddividere in parti per dimostrare come il tutto stia assieme, identificare la struttura sottostante, identificare motivi, separare un insieme nei suoi componenti),
  • Sintesi: combinazione di idee fino a formarne una nuova (creare un prodotto unico, originale, combinare idee per formare un nuovo insieme),
  • Valutazione: sviluppo di un’opinione, di un giudizio o decisione (risolvere controversie e divergenze di opinioni, sviluppo di opinioni, giudizi, decisioni),
  • Riflessione metacognitiva: riflettere sul proprio apprendimento (identificare le condizioni di un apprendimento efficace o non efficace, le lacune sul proprio approccio)

Due autori (Graeser, Person, Huber) hanno identificato alcune categorie di domande:

  • Verifica (la risposta è x?)
  • Completamento di concetto (chi è quello?)
  • Disgiuntiva (la risposta è a o b?)
  • Definizione (cosa è un …?)
  • Esempio (fammi un esempio di …)
  • Comparazione (in cosa sono differenti a e b?)
  • Interpretazione (cosa sta succedendo?)
  • Antecedenti causali (Perché il motore non si è avviato?)
  • Conseguenze causali (cosa è successo quando il motore si è surriscaldato?)
  • Orientamento a un obiettivo (perché sei andato a ..? Perché una persona fa qualcosa?)
  • Procedure strumentali (come hai fatto …?)
  • Abilitazione (come fai a …?)
  • Aspettative (perché non è arrivato?)
  • Giudizio (quanto accurato è ..?)
  • Affermazione (non capisco)

Altra tassonomia di domande presente in letteratura:

  • Procedurale/di processo (come fai a fare x?)
  • Conversazionale (cosa ha detto XN?)
  • Relazionale (quanto x è più largo di z?)
  • Essenzialità (quale è l’idea principale?)
  • Comprensione (cosa significa ..?)
  • Implicazione (cosa potrebbe succedere se …?)
  • Inferenza (perché è successo? Cosa lo ha causato?)
  • Predizione (cosa succederà?)

Altre tipologie di domanda sono presenti nel file allegato (Da: Giovanni Marconato. Didattica con Moodle. Guaraldi Editore, 2011)

Un importante obiettivo delle attività didattiche è sollecitare differenti tipi di pensiero formulando domande di diverso tipo che portino gli studenti a pensare al contenuto che stanno studiando.


Oltre alle domande fatte dagli insegnanti, sono estremamente importanti le domande che gli studenti sono in grado di generare da loro stessi sull’argomento in questione: la ricerca ha chiaramente dimostrato che gli studenti che sono in grado di produrre domande più significative, imparano di più e meglio.

Per valutare l’apprendimento sono più significative le domande che gli studenti sono in grado di formulare che le risposte che danno alle domande fatte dall’insegnante.

E, per concludere, non terminare una lezione domandando “ci sono domande?” E’ certamente questo il miglior modo per perdere l’attenzione degli studenti. Dite, piuttosto: “prendetevi cinque minuti e scrivere due domande sulla lezione appena terminata. Condividete queste domande e discutetele le possibili risposte con un vostro compagno”


PS: Quante domande ho fatto in questo post? Di quali tipologie?


Una lettura di approfondimento

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