La riflessione

Serenità o rassegnazione?

Per tastare l’umore della scuola davanti alla didattica nell’emergenza mi è bastato seguire l’andamento delle visite al mio blog.

Inizialmente c’era il panico, tutti a cercare qualche appiglio e le visite ai vari post sono schizzate velocemente in alto, come non mai prima, like, condivisioni, commenti.

Ultimamente le visite sono un po’ calate, pur rimanendo sopra la mia media: evidentemente al panico si è sostituita la serenità. O la rassegnazione?


La bacheca sulla didattica a distanza

In questa bacheca Padlet ho raccolto i miei post sulla didattica a distanza, che nell’ultimo post ho riconcettualizzato come “Apprendimento a corta distanza” formulando alcuni principi per una pedagogia e didattica coerenti con il contesto in cui si sviluppa la didattica nell’emergenza.

Creato con Padlet

Per andare avanti

Quale futuro per la scuola?

Vedendola in prospettiva (cioè volendo avere un pensiero sulla scuola oltre il contingente) si può solo pensare ad un ingente investimento in edilizia scolastica che consenta lo smembramento delle classi pollaio. Servono a poco investimenti in tablet e produrre materiali standardizzati non serve a nulla se non ad abbassare la qualità dell’istruzione.

Questo approccio sarebbe sensato non solo per far fronte all’emergenza sanitaria ma, soprattutto, per poter fare una didattica efficace, inclusiva e personalizzata che, come è noto, richiede classi con piccoli numeri di studenti.

Sul piano della didattica, per il momento sì va avanti come si sta facendo da un mesetto, rallentando un po’ il ritmo (tanti insegnanti stanno lavorando tantissime ore per garantire una didattica decente, ma sono ritmi non più sostenibili) sapendo di aver davanti una maratona non i 100 metri piani.

Qui una proposta di principi per una pedagogia e una didattica per la scuola nell’emergenza.

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