Ho lanciato una “petizione”. Non lo ho mai fatto prima e spero di non farlo più.
Solo raramente ho sottoscritto petizioni e appelli se non per testimoniare una posizione culturale o politica: non credo che queste azioni portino a risultati concreti, i meccanismi decisionali seguono ben altre dinamiche.
Perché, allora, lo ho fatto?
Per proporre una diversa narrazione della scuola dell’emergenza che vede il solo sbocco nella didattica a distanza
Per affermare che la didattica a distanza è una forma di didattica (minimamente) sensata solo per breve periodo e in condizioni particolari, perché è una modalità didattica inefficiente e inefficace
Per ribadire che in situazioni straordinarie vanno trovate soluzioni non ordinarie e, come fatto per la Sanità, allocare risorse eccezionali
Per sollecitare a trovare, per il breve periodo, soluzioni logistiche temporanee per consentire il ritorno alla didattica in presenza già a settembre seguendo, ad esempio, quanto fatto in Sanità
Per chiedere un’inversione di tendenza al disinvestimento nella scuola pubblica testimoniandolo concretamente attraverso consistenti investimenti in edilizia scolastica
Se condividi anche solo alcune delle motivazioni che mi hanno spinto a promuovere la petizione, ti chiedo di firmare e di condividere
Questo è il link diretto http://chng.it/Rrm5GDpg
Grazie Gianni. Bellissima iniziativa che condivido pienamente.
Grazie Ombretta per il tuo supporto 🙂
Non ti conoscevo, ma cercavo ispirazione per uscire da questa narrazione che non vede altro sbocco che restare tutti a casa riproducendo nella DaD, a volte, pratiche didattiche già obsolete in presenza. Ho fatto un giro in rete nel sito ADì , associazione a cui sono stata per alcuni anni iscritta, e ti ho trovato.
Finalmente qualche idea, faccio circolare e firmo. GRAZIE
Grazie per l’attenzione …e la firma 🙂 Il mio approccio è un po’ diverso da quello di adi 🙂