J. Mirò

Parlavo ieri con la mia amica Enrica  sulla didattica dell’emergenza e sulle tante cose che prendono corpo.

La scuola è nuda, dice lei… E questo lo vedono anche le famiglie….

Quali nudità?

C’è tempo per capire cosa stia succedendo. Sento anch’io che stanno succedendo cose, ma ho ancora tutto offuscato; al momento mantengo un’attenzione fluttuante… ascolto, non prendo appunti, lascio sullo sfondo. Le cose significative emergeranno, prenderanno forma.

Enrica mi dice: quello di cui si sente ora la mancanza, in realtà è una cosa che manca anche in presenza.

La “presenza”?

Anche….

Manca la possibilità di fare comunità, di apprendere insieme, mancano gli spazi per interrogarsi e per argomentare…

La scuola separa anche in presenza

Di certo la “presenza”, in tutto lo spettro dei sui significati, manca.

Ma se a mancare fosse, invece, il controllo?

Meditate gente, meditate

PS. Proprio ieri la mia fisioterapista mi dice: seguo a volte le lezioni di mio figlio che deve fare la maturità e vedo bene che gli insegnanti che non ci “sono” in aula non ci sono neppure a distanza …magari puntare il dito verso sé stessi più che verso gli altri gioverebbe (cit)

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