Leggo (via Sophia) che nella vicina Vicenza da settembre in due scuole, un ITC ed un ITIS, ci sarà un nuovo modo di fare scuola. Incuriosito leggo il pezzo.

Vengo catturato da espressioni quali:

  • Seguire una lezione di chimica o di matematica stando comodamente seduti a casa. E questo, anche con il termometro in bocca, nel caso di malattia, o con mouse e tastiera a portata di mano …..
  • Nasce in città la scuola on-line: un sito internet, in cui studenti e docenti potranno fare lezioni come in classe
  • Niente più cattedra e lavagna, ma un computer che porterà il materiale direttamente a domicilio
  • L’innovativo progetto a livello veneto è stato messo in campo dall’Istituto tecnico commerciale “Luzzatti” e dall’Itis “Marzotto”.
  • ….il progetto appena avviato partirà ufficialmente il prossimo anno scolastico e porterà una ventata di novità.
  • Ma non è finita qui la rivoluzione didattica dei due istituti: tutto il mondo scolastico sarà tradotto on line……
  • …. Oltre a poter visualizzare materiali didattici, dunque, gli studenti potranno essere indipendenti nel percorso scolastico da vincoli fisici e di orario, nonchè sempre consapevoli del loro livello di apprendimento.
  • ….Il sito ospiterà lezioni che guidano lo studente nella soluzione di esercizi, banche dati di domande e quiz a correzione automatica….
  • ….Si sono sperimentate metodologie innovative attraverso strumenti multimediali utilizzabili via Internet.

Con tutto l’apprezzamento ed il rispetto dovuto per lo sforzo, l’impegno e la fatica che certamente gli insegnanti coinvolti ci hanno messo, e scusandomi anticipatamente per l’eventuale irriverenza, mi domando dove stia l’innovazione:

  • poter studiare anche con il termometro in bocca grazie ad internet?
  • fare lezioni in internet come si fanno in classe?
  • sostituire la cattedra e la lavagna con un pc?
  • portare i materiali didattici a casa?
  • mettere on-line tutto il mondo scolastico?
  • poter visualizzare materiali senza vincoli di tempo ed orario?
  • correggere automaticamente i test?

Spero che la riduzione giornalistica (la news è presa da un quotidiano locale) dei fatti non mi abbia consentito di apprezzare tutta l’ondata di novità presente del progetto e di conoscere le metodologie (didattiche, immagino) innovative che sono state usate, ma se questa è innovazione, meglio continuare ad usare gesso e lavagna e farlo nel chiuso delle mura della scuola.

Lasciando chi ha la febbre a poltrire, sudato, nel proprio letto con una spremuta di agrumi a portata di mano. Guarirà certamente meglio e, forse, si impegnerà adeguatamente una volta guarito e ritornato a scuola.

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Un pensiero su “Innovazioni didattiche? No grazie”
  1. Gianni i miei complimenti! Eri particolarmente ispirato quando hai scritto il post, eh?

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