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Un po’ in ritardo sulla mia abitudine dell’instant blogging in convegni e Barcamp (conflitto, penso insanabile, tra il mio IBM e la chiavetta Alice in dissinergia con il mancato WiFi nel luogo del Camp, NO adsl in tutta la zona), raccontiamolo un po’ sto Camp focalizzato all’editoria scolastica nell’era del digitale.

Location stupenda: il castello Malaspina a Fosdinovo, Alpi Apuane. Lavori nelle terrazzamenti del castello con vista montagne e mare (Lerici, Porto Venere, Cinque Terre, tanto per capirci).

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Gran bel gruppo messo in piedi da Noa Carpignano, editrice di BBN: editori, terziario dell’editoria, insegnanti, genitori, università, ricercatori…

Confronto serrato con qualche punta di “vivacità” dovuta, come naturale, dalle diverse prospettiva da cui si guarda alla questione.

Tanti “amici” blogger e di FB presenti, dalla sempre in moto orale Maria Grazia Fiore (più volte le ho augurato un leggero mal di gola), ad Antonio Fini, Andreas Formiconi, Marco Guastavigna, Agostino Quadrino, Giorgio Jannis …

Nuova conoscenza diretta, l’editore Mario Guaraldi, grande vecchio dell’editoria (posso chiamarla “democratica”?). Una persona stupenda con cui ho conversato a lungo e con grande arricchimento.

Noa Carpignano, padrona di casa, tranquilla animatrice dell’evento assieme al citato Guaraldi ed a Maurizio Chatel per riflessioni davvero importanti.
Il contatto diretto ha stemperato alcune tensioni generatesi in occasioni precedenti e ravvivate in rete (baci, abbracci, scuse ….) ma ne ha fatto nascere altre … E’ nell’umana natura ….
Con contorno di testaroli con il pesto e sgabei (pane fritto) con salumi – siamo nella zona di Colonnata e del suo grande lardo affinato nel marmo – e formaggi ed il quasi introvabile Schacchetrà.

Di cosa si è parlato?
Del futuro del libri di testo digitale, imposti per legge dal duo Tremonti-Gelmini come obbligatori anche in soluzione “mista” con l’anno scolastico 2011-2012.
Versante editori
Grande attivismo dei piccoli editori (come Garamond, BBN) anche per scalfire il monopolio dei grandi editori monopolisti (4 editori che si suddividono il 70% del mercato di 700 milioni di euro con quote di mercato relative praticamente immutate da almeno 15 anni – dati Garante della Concorrenza) trattandosi di un nuovi mercato ritenuti a bassa soglia di accesso.
Immobilismo (apparente?) dei grandi certi dell’irrilevanza per il loro business della novità. Pare puntino su quel “anche in formato misto” previsto dalla Circolare. E’ possibile che si limitino ad integrare il libro stampato con qualcosa on-line, tipo esercizi, documentazione integrativa, qualche capitolo in .pdf.
Grandi editori tranquilli perché fiduciosi dell’immobilismo e del conservatorismo della nostra scuola. Fiduciosi, anche, della pratica impossibilità per le scuole e gli studenti di approvvigionarsi degli e-book readers che consentirebbero di “fruire” (manco si trattasse di opere d’arte) degli e-book.
Editori presenti: De Agostini, Mondadori Education, Raffaello, Guaraldi, Garamond, BBN, Bruno Ed. Giunti Scuola

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Tematiche
Eravamo in una sessantina. Abbiamo lavorato in parte su due gruppi modello “seminario”, in parte in plenaria.

Quali sono le priorità?Spontaneamente, tra gli operatori della scuola, la discussione si è avviata sul senso più generale della tematica nel funzionamento e nei problemi della scuola: quali sono le priorità, come si affrontano i problemi, come si migliora la scuola, perché il libro di testo, conservatorismo del sistema scuola, insegnanti pavidi ed insegnanti impavidi. Conclusione: l’e-book non è una priorità; chiarito questo si può anche parlare degli e-book ….
Gli e-book sono vera innovazione? Chi entusiasticamente li considera tali senza se e senza ma (Quadrino), chi considera l’intera operazione ministeriale una mistificazione del problema “scuola”, uno sviare l’attenzione dalla vera natura del problema e dalle vere soluzioni (Guastavigna, Fiore), chi considera la tematica degna di attenzione anche se ancora non definita (Guaraldi);
Come dovrebbero essere gli e-book? La consapevolezza generale è stata che siamo ancora in alto mare; la questione è nuova per tutti; si accetta il fatto che si inizi dalla trasformazione del testo stampato in un testo digitale ma nella consapevolezza di dovere evolvere senza saper verso dove. Ipotesi: libri liquidi (Carpignano), libri aperti (Chatel), libri sbriciolati Cabiddu), interdisciplinari (Maria Grazia Fiore), pillole trasversali (Formiconi), “ambienti” (il sottoscritto). Trovo interessante l’idea di Quadrino di non parlare più di “prodotti” ma di “servizi”.
Adozioni 2009 – 2010?
Tra i presenti, gli unici editori ad avere in catalogo e-book (BBN e Garamond) pare non ne abbiano piazzato alcuno; grande interesse (Garamod 22.000 download di copie saggio) ma nulla di concretizzato. Ma siamo solo all’inizio.

Un gran bel brainstorming che ha evidenziato le numerose problematiche insite nella questione; una questione allo stato nascente cui alcuni guardano con spirito positivo e speranza (i “piccoli” ed i “nuovi” editori) ed altri con sufficienza (i grandi, e li si può ben capire). Una tematica che se ben gestita non potrebbe riguardare solo il business associato ed elementi marginali (anche se significativi come i costi) del funzionamento scolastico, ma anche impattare sulla qualità della didattica.
Dal mio punto di vista è qui la vera sfida.

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25 pensiero su “SchoolBookCamp, i temi”
  1. Grazie Gianni dell’ottima sintesi, molto accurata e puntuale.

    Una sola precisazione, per quanto riguarda Garamond: non mi pare di aver fornito alcun dato circa le adozioni (non potevo, essendo in corso), quindi non so da dove hai potuto trarre la conclusione che non se ne sia “piazzato” alcuno (?!?), con un nulla di fatto, come riporti.

    Come è noto, le adozioni si stanno effettuando in queste settimane e i risultati saranno resi noti dal Ministero nel mese di giugno (per quanto riguarda le superiori), mentre già qualche dato è disponbile per le medie, per le quali gli E-Book di Garamond hanno avuto diverse adozioni (matematica, italiano, storia, inglese, geografia), con diverse centinaia di studenti che avranno in uso E-Book Garamond il prossimo anno.

    Il risultato maggiore però lo attendiamo dalle superiori, dove già ci risultano “ufficiosamente” molte adozioni, che però saranno ufficializzate solo in giugno, quando sarò lieto di dare pubblicamente notizia del numero di adozioni registrate. Quindi… difficoltà, ostacoli, problemi… ma non “zero tituli” come direbbe lo Special One 🙂

  2. Scusa Agostino per la grave inesattezza sulle adozioni; mi fa piacere che si prospettino buoni risultati nonostante il contesto da “pioniere” in cui tu ed i tuoi colleghi editori di e-book vi trovate ad operare.

  3. Se Fastweb non mi avesse tagliato fuori dalla Rete tutta la giornata, sarei anch’io online con le mie impressioni (che sicuramente non si esauriranno in un post).
    L’interdisciplinarietà è mia anche se intesa in modo un po’ diverso, forse, da come è stata interpretata. Cercherò di precisare.
    Concordo su molte cose che hai scritto (non posso dire tutte perché hai svelato ciò che di me – chi è dietro lo schermo – non può sapere). Soprattutto sulla conoscenza di un sacco di belle persone 🙂 . La mia gola è in ottime condizioni 😛 ma per correttezza di cronaca dovresti sottolineare che la fatica di ascoltarmi è stata gentilmente (e disinteressatamente) ricompensata :-D.
    Questa volta te la lascio passare… 😉

  4. Maria Grazia dell’occhio vigile, le tue parole sono sempre state di grande spessore e sempre piacevoli da ascoltare. Nessuna fatica, quindi, ad ascoltarti e nessuna necessità di ricompensare una fatica inesistente. Quanto al graditissimo dono di specialità pugliese … già citato in Facebook di prima mattina. Assaggiato ed apprezzato: quando ti incontrò la prosssima volta? Passo per essere una perswona disinteressata 🙂
    Aspetto i tuoi post ed intanto ti attribuisco quel “interdisciplinare”

  5. Sono nate proposte per coinvolgere le scuole?
    Accusati come sempre di immobilismo e pigrizia intellettuale (in un grande calderone in cui finiamo tutti senza distinzione alcuna) come possiamo diventare attori e cercare di sfruttare davvero a favore della didattica un’opportunità che al momento appare solo come una forzatura esterna, caduta dall’alto e lontana dalle vere esigenze della scuola?
    Ho avuto modo di incontrare, nell’ambito del progetto “Un computer per ogni studente” diversi responsabili di case editrici.
    Ho trovato persone molto disponibili ad ascoltare quali fossero le nostre necessità, in certi casi stupiti che vi fossero già tante risorse in rete disponibili a titolo gratuito per le scuole.
    Personalmente ritengo che si debba lavorare proprio in questo senso: segnalando che cosa manca, come vorremmo che fosse strutturato ed organizzato il materiale, e seguendo i lavori di costruzione dei “prodotti”.
    Se non nasceranno nelle scuole e tra i docenti in rete dei gruppi di riflessione e lavoro che scientemente collaboreranno con gli editori nessuna delle due parti riuscirà ad ottenere ciò che si vuole.

  6. Paola, concordo su tutta la linea. A Fosdinovo c’erano insegnanti ed editori ed è stato chiaro cosa la scuola necessita. Una delle questioni è: come possono integrarsi le risorse autoprodotte dalle scuole e messe liberamente in circolazione con quelle, a pagamento, sviluppare dagli editori? Quali gli spazio per le une, quali per le altre?
    Mi verrebbe, anche, da dire che a certe condizioni si potrebbero usare solo risorse libere.
    Sarebbe, comunque, un buon passo in avanti che, come sosteneva Quadrino, fosse tolta l’obbligatorietà dell’adozione dei libri di testo. In questo caso, sarebbero acquistati solo quei libri davvero utili

  7. aggiungo: sicuramente in un momento in cui alla scuola vengono fatte promesse (investimenti, meritocrazia) ma contemporaneamente vengono assestati colpi mortali, tutto questo gran parlare di materiale digitale appare una forzatura fuorviante…
    Ma tant’è, la macchina infernale non pare avere nessuna intenzione di arrestarsi, pertanto o cavalchiamo il toto impazzito cercando di domarne parte della sua natura, o lasciamo che faccia strage.

    Io faccio fatica ad essere solo una vigile osservatrice come qualcuno auspica, vorrei essere fin da subito più potagonista, ma non so davvero quale sia la posizione più saggia al momento.

  8. Paola, fin dalel prime battute degli interventi era risultato chiaro che, vista da dentro, gli e-book non sono una priorità per la scuola e chi lo ha detto non lo ha certamente detto perchè perchè ostile ad ogni innovazione.
    Che fare? Farci imporre dall’esterno un’altra tematica irrilevante o marginale? Farlo per posizione “politica” intesa nel senso nobile del termine? Ho anch’io i miei dubbi ma credo che per tanto tempo ci dovremo far imporre le priorità da altri

  9. Finale tragico…
    Degno della storia che stiamo vivendo…

    Buon fine anno scolastico.

  10. @Paola Limone: sulle proposte per coinvolgere le scuole.
    Si, direi di sì, la necessità di collaborare, e in modo anche più stretto di una semplice disponibilità all’ascolto, è venuta fuori più volte.
    Sabato mattina poi, per concludere i lavori, Guaraldi ha anche provato a proporre un progetto comune, al quale lavorare in forma collaborativa. Poi la discussione è deragliata su altri binari: è tipica del camp l’imprevedibilità dei flussi di idee e discorsi 😀
    Ora si cercherà di raccogliere le idee e vedere se si riesce a concretizzare qualche sperimentazione. Se vai sul mio blog vedi che nel post dedicato al doceboTech avevo già lanciato un appello di questo tipo.

  11. Ciao a tutti,
    due giorni molto belli e intensi. Scambio d’informazioni prezione, anche se alcune orecchie erano più interessate alle nuove idee piuttosto che a uno scambio comune di sensazioni. Questi sono gli Ebook. Sensazioni di qualcosa che sicuramente dovremo tenere in considerazione. Quelli che ho visto in rete e che ho provato, per il momento non hanno la minima aderenza con un progetto didattico. Gli insegnanti ci fanno la birra con questi prodotti (ormai di terza / quarta generazione). Ribadisco quello detto al Camp… parliamo di progetto didattico e di contenitore poi lasciamo davvero agli insegnanti la scelta di cosa usare in funzione degli strumenti che hanno a disposizione.

  12. @Paola a Gianni: sì, certo, iniziare.
    Mi sembra importante e questo a prescindere dalla presunta raffinatezza didattica del prodotto. Cosa consente il digitale rispetto al cartaceo? Ammesso (e concesso) che sono differenti e che nessuno potrà sostituire mai completamente l’altro, ritengo valga la pena partire dalle differenze e proporre qualcosa con i docenti.
    Il digitale può offrire a tutti gli studenti l’opportunità di avere uno strumento di lavoro – approfondimento – studio – apprendimento? Bene, è già un motivo sufficiente per partire. Non sottovalutiamo la questione accessibilità, anzi partiamo da questa. E’ una preziosa opportunità da non perdere. Libro digitale come libro per tutti e non per alcuni. Vi sembra poco?
    Per evitare poi i detrattori, proponitori spaventati dell’incongruente slogan “accessibile è brutto e riduttivo”, lavoriamo, invece, perché non sia un impedimento, ma una condizione per realizzare ambienti migliori, più facili da usare e più ricchi.

  13. Cominciare! A parte le considerazioni politico-social-culturali e economiche, la “cosa” finale è stata proprio questa invocazione lanciata da Guaraldi e ripresa a più voci. Cominciare! A far che cosa? A collaborare, a pensare in uno spazio condiviso in cui predisporre gli strumenti per esserci (scusate le deviazioni professionali di tipo filosofico :)) Io, dunque, comincerei… la redazione, i classici, perché no una “rivista” in cui raccogliere riflessioni e studi… il tempo stringe, checché se ne dica.

  14. Carissimi
    saluto i molti amici e conoscenti del bookcamp e mi dico subito dispiacuto di non esserci stato, nonostante la volontà..Grazie Gianni per la sintesi che mi permette di entrare nel vivo e grazie Mario per il “traditore”!
    Immagino che lo sforzo l’abbiate fatto già lì, ma credo che dobbiamo cercare di definire sto benedetto eBook e se lo facciamo con le categorie del libro non ne usciamo vivi. Dico solo tre concetti sintetici da cui non so trarre conseguenze (come del resto mi è parso di capire anche dal confronto a fosdinovo, però mi posso sbagliare) ma che mi convinco che siano sempre più i nodi di questa problematica:
    1) il libro di testo non è un libro di lettura e riflessione (salvo per quelli di lettura delle elementari)
    2) il libro di testo di ogni materia OGGI è un enorme ma chiuso repository di materiali didattici, spesso poco cartacei nella loro origine comunicativa
    3) Ipotizziamo per un attimo l’abolizione dell’obbligo di adozione come dice Mario: secondo voi diminuirebbero sostanzialmente le adozioni?
    4) il libro di testo anche se giovane, potrebbe aver esaurito la sua funzione… nella forma “generale” che conosciamo è figlio dell’Italia unitaria; nella forma che abbiamo sotto gli occhi dalla scuola di massa in poi ha supplito a aggiornamento, formazione, ricerca materiali, approfondimento temi
    5) tanto per dirne una, lo scadimento dell’uso delle prove di verifica oggettiva (i test…) a mio parere è figlio del pronto in tavola dei fascicoli di test allegati (quanti li sanno realizzare?)
    6) tanto per non essere distruttivo, la mia proposta da insegnante di letteratura per una quinta superiore è: lettura integrale da tascabile di 5 classici della letteratura del novecento (tra quelli ancora sotto diritto, quindi anteriori ai 70 anni dalla morte dell’autore) con contorno contestuale guidato dal professore nel web. Male che vada avranno letto e capito il mondo che li circonda…
    7) e l’eBook? pur essendo natuale la lettura con l’e-ink, ha dalla sua tre “sconvenienze”: costa troppo, ha le batterie (cosa che lo rende sempre energicamente dipendente nnostante le lunghe autonomie) è un device e, come tale, può essere superato da un device più “economico” a breve
    Saluti e grazie dell’ospitalità di idee
    Daniele

  15. L’ho appena scritto “a casa” di Jannis: sarà il caso di cominciare a lavorare in parallelo per argomenti che confluiscono nell’e-book (ma non possiamo chiamarlo in un’altra maniera?)?
    L’argomento è complesso e ha bisogno di essere sviluppato da più punti di vista.
    L’idea della “rivista” lanciata da Maurizio non mi sembra da trascurare. Dobbiamo cominciare a concretizzare le proposte a partire dalle “vision” che possediamo…
    Ci sono una serie di docenti miei amici che non sono potuti venire ma che stanno bussando alle porte: come li facciamo entrare? Che tipo di collettore di idee abbiamo deciso di utilizzare? Facciamo capo ai nostri blog o ne creiamo uno nuovo, multi-autore? O decidiamo di creare un “punto di raccolta” organizzato dove mettere il lavoro dei singoli e collettivo? Proposte, please…

  16. Sono d’accordo. Smettiamola di chiamarlo E-book. Proviamo tutti insieme a coniare un nuovo nome al progetto più che al prodotto/supporto.
    Serve, secondo me, per concentrarci meglio su quello che si vuole ottenere da un nuovo progetto. Rimango dell’idea (alla quale sto lavorando attivamente) che la polverizzazione dei contenuti, e la possibilità degli insegnanti di crearsi il proprio percorso didattico sia vincente. Potrebbe aiutarci a superare in un balzo una serie di problematiche connesse al controllo dei contenuti. Vi assicuro che in 24 anni di esperienza sono proprio pochi pochi gli autori (in grande maggioranza insegnanti) che ti consegnano dei contenuti “affidabili”. Meno ancora quelli che hanno un percorso didattico in mente. Infatti il grande lavoro delle redazioni è proprio quello di instradare contenuti in percorsi didattici.
    Quello che voglio invece segnalarvi, e che vorrei fosse oggetto di discussione e di qualche “mea Culpa” con la mano che rumorosamente batte sul petto, è la seguente situazione: molti autori di testi scolastici pescano dalla rete a piene mani, e sono gli stessi che dicono che la rete deve essere libera e gratuita (salvo però farne un uso personalissimo)!
    Ciao a presto

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