Sempre interessante il lavoro che si sta facendo attraverso la robotica. Tecnica professionale, elettronica, elettrotecnica, programmazione informatica, fisica …….. Didattica attraverso la robotica, apprendimento induttivo, per compiti significativi.

Ho ascoltato con vero piacere, anche culturale, di un vasto progetto in Piemonte dell’USR che ha coinvolto gli ITIS, gli IPSIA ma anche le elementare (con robot di pezza); obiettivo la continuitá di approccio dalla primaria alla secondaria per spingersi fino all’universitá.

Il sempre ottimo Michele Maffucci ci parla della rete di scuole “porte aperte alla robotica”.  Un suo progetto (IPSIA) con allivi dal classico profilo di dropout con problematiche  cognitive, sociali, psicologiche. La sua , attraverso la robotica, una didattica del reale del concreto per un accesso esperenziale alla teoria.

Apprendimento contestualizzato. Robotica come attrattore, focalizzatore dei processi di apprendimento. Apprendimento per scoperta guidata. Un progetto davvero bello, un progetto pensato, riflettuto, didatticamente fondato. Un esempio di teoria che si fa (buona) pratica.

Ancora una volta, complimenti,  Michele

Ho molto apprezzato anche la presentazione di Alfonso Molina in cui la robotica didattica è vista come un motore dell’innovazione.

Alfonso ci parla della Fondazione Mondo Digitale, un’organizzazione che lavora, parole loro, per una società della conoscenza inclusiva combinando innovazione, educazione, inclusione e valori fondamentali.

Utilissimi per la robotica didattica alcuni manuali (scaricabili in PDF), RoboDidactics Manual sugli aspetti generali dell’approccio ) e  per la didattica della fisica e tanti altri.

Segnalo, sempre via Molina, anche il portale Phyrtual, un progetto per l’innovazione sociale via socialnetwor. Una specie di facebook ma di progetti.

Qualche altro breve accenno su iniziative promettenti:

Corrado Petrucco (Padova) e Mario Mattioli (Roma) ci raccontano una piccola esperienza di uso di Storie nella didattica della matematica; chiara la fondazione concettuale, da migliorare la traduzione didattica

Marisa Michelini (Genova)  ci parla della multimedialità nella didattica della fisica in un liceo psicopedagogico. Curioso il suo lavoro con simulazioni “umane”: sensori applicati a persone con dati ricevuti e rielaborati dal computer. Prospettiva promettente mettendo in gioco ingegno e creatività

Luigi Nevola (Bolzano) racconta di AUDIENCE, un progetto nella Formazione Professionale, di uso di netbook personali per tutti gli studenti; una infrastruttura digitale a livello di scuola con – notizia davvero interesante – smantellamento dei laboratori di informatica. Aspettiamo la realizzazione dei buoni propositi

Due iniziative che non so se definire grottesche o segno del degrado – precoce – dellle tecnologie della didattica.

Una entusista e certamente preparata ragazza, saltellando tra matematica e filosofia, avrebbe la pretesa di concettualizzare i Learning Object come “matrici trascendentali”. Chiaro e rigoroso il suo discorso ma alla mia domanda sul perchè ritiene che i LO siano degni di tanta attenzione, risponde parlando d’altro. Forse perchè come diceva il buon Bob Dylan, risposta non c’è .. ma …  forse …. chissà ….

Demenzaile davvero il dispositivo tecnologico messo in piedi da innominabili soggetti. Scenario: formazione a distanza; obiettivo monitorare e motivare lo studente. Soluzioni: a) un “naso” elettronico installato nella postazione dell’utente che rileva, e segnala al docente, se e quando l’utente si allontana per per più di 3 minuti dalla postazione di lavoro durante le sessioni live; b) un’applicazione che interpola una serie di informazioni sui comportamenti degli utenti (es. chat private ) per dterminare il “brusio d’aula” e consentire, così, all’attendo docente di intervenire per ripristinare l’ordine. Conclusione: da internare subito prima che facciano altri danni.

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