Leggo, su input dell’amico Gigi Cogo, della novità Apple per i libri di testo. Una App per iPad che attualizza i libri di testo ricorrendo alle caratteristiche multimediali ed ipertestuali del digitale, della tecnologia touch screen e della “bellezza” e funzionalità del mondo Apple, cui il compianto Steve Jobs ci ha abituati.

Qui la presentazione del nuovo nato a Cupertino http://www.apple.com/education/ibooks-textbooks/.

Basta leggere le argomentazioni pubblicitarie per capire di cosa si tratta. Le riepilogo tutte per avere chiaro l’approccio presente nelle menti dei genii (lo dico senza ironia) di Apple. In corsivo i loro testi

  • Una soluzione all’annoso problema dell’aggiornamento dei libri di testo, al loro logoramento materiale …,
  • Una soluzione al problema del peso dei libri di testo (LdT), peso che tante patologie alle schiena creano ai nostri amati figlioli (argomentazioni già presenti nell’approccio Tremonti – Gelmini ai LdT digitali),
  • Una trasformazione del LdT per adeguarsi all’immersività tecnologica in cui vivono i giovani d’oggi: “They need a textbook made for the way they learn”. Forse che imparano strisciando un dito sullo schermo?,
  • Un Libro di testo che gli studenti non vorranno mai mettere giù,
  • Una esperienza  interattiva (full scree, of course) di diagrammi, foto, immagini, video. Mai più illustrazioni statiche, ora anche in 3D,
  • Possibilità di interagire con il testo: Evidenziare, prendere note, ricercare contenuti e definizioni nel glossario,
  • Un vero e proprio partner di studio,
  • Una App per sviluppare agevolmente libri di testo per iPad, la iBooks Author,
  • Numerosi iLdT già sviluppati dalle più note case editrici americane e tanti altri in arrivo.

Che dire? Affascinante come tutte le cose Apple. Divertenti, giocose, moderne. Che parla il linguaggio dei …nativi digitali…

Certamente l’evoluzione informatica del LdT tradizionale; certamente il superamento della pratica del pidieffare quei testi; certamente lo sfruttamento appropriato delle più avanzate tecnologie digitali.

Certamente un nuovo e lucrosissimo business. Con tutte le perplessità di sempre su di un sistema chiuso e tutto sommato elitario (come fa notare Antonio Fini in una breve discussione su Facebook).

Rimangono, però, aperti tutti i veri problemi che si incontrano a scuola (quando “problemi” ci sono). Con queste App gli studenti:

  • riusciranno a dare un senso a quello che gli insegnanti proporranno loro?
  • avranno più voglia di studiare?
  • impareranno di più e meglio?
  • sapranno usare quello che hanno imparato?

Per me si può chiamare “innovazione” in un contesto educativo/scolastico  tutto ciò che riesce a dare una risposta (almeno) a queste domande. L’iPad e i suoi iTextbook daranno queste risposte? O i problemi saranno ancora e sempre alla ricerca di una soluzione? E saranno ancora e sempre nelle mani degli insegnanti?

Ai posteri l’ardua sentenza. Queste cose a me lasciano, come sempre, tiepido ed alle prese con i problemi di sempre.Magari auitato dalle tecnologie.

Oggi come oggi, per quanto riguarda la questione dei “libri di testo” digitali, marchetta per marchetta,  preferisco Didasfera di BBN. Insomma, meglio Fosdinovo che Cupertino :-).

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Un pensiero su “Think different … different da cosa?”
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