Un nuovo mostro, dopo la classe rovesciata, inizia ad aggirarsi per le classe italiane, l’ora del genio, del talento, la genius hour , un’ora in cui viene data la possibilità agli studenti di lavorare attorno ad un tema che a loro piace, una passione, una cosa in cui riescono bene…

Il principio è noto e più di qualche insegnante lo pratica senza aver mai sentito parlare di “genius hour” ed è certamente una buona cosa sensibilizzare le scuole a creare spazi (mentali prima che organizzativi) di questo tipo, magari senza chiamarli “genius” (cosa c’entra il genius”?) e costringerli in un “hour”.

Magari senza etichette viene tutto meglio e non ci si limita a mettere solo un’etichetta nuova a cose vecchie, esattamente come avviene per l’altra grande genialata del secolo, la classe rovesciata.

Un’etichetta blocca il cambiamento vero e lo promuove solo di facciata, solo nelle parole nuove.

P.S. Ad esempio, la mia amica e maestra Francesca Musco sta facendo da tempo quella che i suoi alunni chiamano, con estrema semplicità, “L’ora di parlare” (che potremo assimilare alla filosofia per i bambini (o “dei” bambini?). Altra amica e maestra, Enrica Ena, ne combina di tutti i colori in classe, sempre focalizzata su cosa e come pensano i bambini…. E chissà quante altre esperienze si possono raccontare …

(da una notizia ADI)

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