Il CNIPA annuncia il lancio del portale dell’e-learning della Pubblica Amministrazione con un ricco repository di Learning Obkect (LO) riusabili ed indipendenti dalla piattaforma su cui si faranno girare.

Sul tema del reale ri-uso non vorrei si fosse più sul versante del desiderio che su quello della realtà.

Alcuni indizi a supporto del dubbio.

In colloqui con colleghi spesso si citano progetti europei di banche dati di LO da riusare: sforzi inutili,costi enormi per la catalogazione, costi stimati per aggiornamenti pari a quello del sviluppo ex novo; progetti falliti nella fase di gestazione. Simile esperienza diretta alcuni fa in un progetto Leonardo per una banca dati di moduli di formazione: ostacoli insormontabili anche per la diversità “culturale” dei potenziali utilizzatori (li si era trattato di diverse culture anche su base linguistica ma non so se abbiano una incidenza maggiore le diversità di “culture organizzative” dei potenziali utilizzatori); progetto abbandonato e tanti soldi pubblici buttati all’aria.

Perplessità derivano anche sul piano più strettamente pedagogico.

Il concetto di LO fa il pari con quello della ” distribuzione di conoscenza”.

E’ opinione ampiamente condivisa tra i pedagogisti che la distribuzione di conoscenza sia un non senso: tutt’al più si possono distribuire dati o informazioni.

Contemporaneamente, negli interventi, si citano, con onestà intellettuale, i limiti dell’e-learning basato su contenuti e LO e si prospettano approcci più di tipo costruttivista.

Le due cose non possono stare assieme.

Per dare qualità all’e-learning si punta a dare i parla anche di come dare “vita più lunga” ai LO, ma si citano anche esiti non positivi di progetti di aggiornamento degli stessi.

Perchè insistere su una strada alquanto sconnessa?

Un acuto intervento (Chianese, Università di Napoli) evidenzia i limiti dell’e-learning nel modo in cui è stata agita l’opportunità offerta dalle tecnologie, non nella tecnologia in quanto tale: si da eccessiva enfasi alla tecnologica ma, fortunatamente, ci si sposta sempre più sul learning abbandonando la “e”.

Concordano tutti sulla necessità di ridare fiducia all’ e-learning, purtroppo la strada suggerita è quella della digitalizzazione dei contenuti e loro ri-uso.

Ho sentito una veloce citazione delle Learning Activity che sono, però, viste come servizi che ruotano attorno al learning più che ad una vera e propria strategia didattica.

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