Patrizia Magnoler, Università di Macerata, presenta una ricerca su un attività di formazione degli insegnati che ho apprezzato molto soprattutto perché da questa ricerca scaturiscono dei risultati che, banalmente, servono a qualcosa. Scusatemi se è poco ….
Insegnante come professionista. Patrizia citando (Perrenoud 1996, p. 154) ci dice perché “professionista”
Il professionista realizza in autonomia delle operazioni intellettuali non routinarie che impegnano la sua responsabilità.
Il professionista è autonomo non solo perché è in grado di autocontrollare il suo operato, ma anche di guidare, al tempo stesso, il suo apprendimento attraverso un’analisi critica delle sue pratiche e dei risultati di queste.
L’insegnante ha a sua disposizione conoscenza che nasce da contesti disparati (formali, non formali ed informali). Se il suo “repertorio” conoscitivo è tanto vasto, la questione diventa: coma e passare da una azione reattiva ed implicita ad una deliberativa, quindi consapevole? La risposta che Patrizia da è nell’uso sistematico ed intenzionale della riflessione.
Lo strumento da lei usato è l’e-portfolio usato come artefatto cognitivo per sostenere il ripensamento e la riorganizzazione di scritture della propria pratica professionale. Centrale diventa, quindi, la scrittura effettuata in spazi diversi (blog, diari di project work) su cui riflettere (sulla base di un set ben selezionato di domande) per diventare consapevoli della propria azione e per modellizzarla. Domande come scaffolding della riflessione.
Interessantissimo il risultato emerso. Quale è l’apprendimento di maggior valore sviluppato? I saperi partici, teorici o pedagogici? No, grande valore ha avuto apprendere l’importanza della riflessione sulla pratica professionale al fine del miglioramento della stessa!!!!
Patrizia conclude (citando Altet, 1996) affermando che:
La formazione dovrebbe proporre dispositivi diversificati e complementari che sviluppino il saper analizzare, il saper riflettere, il saper giustificare, attraverso un lavoro dell’insegnante sulle proprie pratiche e le proprie esperienze. Sono queste metacompetenze che permettono all’insegnante di costruire le proprie competenze di adattamento, caratteristiche dell’insegnante professionista
preziosi come sempre i tuoi resoconti di eventi e convegni a cui per un motivo o per un altro non riesco a partecipare. Grazie
Patrizia ha tutte le ragioni del mondo. Da quando ho iniziato a scrivere sistematicamente le mie meta-riflessioni ho sperimentato in modo indubitabile l’efficacia di questa pratica (che richiede molto, troppo tempo…).
Però nel mondo che frequento io non vedo tanti professionsti. La struttura organizzativa nella quale i formatori lavorano è pensata in modo da premiare piuttosto esecutori-che-non-fanno-tante-stroie.
P.S. preziosi i tuoi articoli dai convegni ;-))
davvero interessante.
alessandro giorni