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Volevo fare instant blogging dal CKBG ma Alice in combutta con il portatile (IBM) mi hanno mollato, quindi eccomi qui,  ac ose fatte, a parlare del congresso.. Riferirò solo sulle cosa che trovo interessanti. Mi scusino i relatori non citati ma non è colpa loro se ho il palato delicato (poereto e deicato, mi diceva sempre mio padre, Livio).

Quindi, Giuseppe Riva, Psicologia e nuovi media: dalla tecnologia alla presenza.

Il nostro ha hanche un bel blog, qui. http://psicomedia.blogspot.com/. Qui una presentazione del suo intressante libro: http://www.cybertherapy.info/pages/nuovimedia.htm.

Riva parla della specificità dell’approccio psicologico ai nuovi media ed affronta la questione dal punto di vista sociale  e cognitivo. Una relazione ricca,  complessa, stimolante e … difficile anche per chi, come me, ha una studi di psicologia.
Il tema, ridotto all’osso, riguarda le caratteristiche che dovrebbe avere una buona “interfaccia” tecnologica per essere usta in modo utile dalle persone cui è destinata.
La sua conclusione (così come io l’ho recepita) è che la tecnologia è innovazione (cioè offre un valore aggiunto) se riesce a dare presenza, la capacità di attuare le proporie intenzioni e di comprnedre quelle degli altri.
Per “presenza”, Riva intende anche la capacità che la (buona) tecnologia ha di mettere in moto una “attività”  in modo intuitivo e cha questo approccio intuitivo possa a sua volta attivare un approccio “ragionato”.
La “buona” tecnologia è quella che, progettata con attenzione alle determinanti cognitive dell’azione umana, la rende trasparente, invisibile all’utente che si può concentrare sullo scopo per cui è stata concepita. La “buona” tecnologia è quella che delle affordance (il riferimento è a Gibson), elementi della sua “forma” che attivano un comportamento intuitivo, quasi automatico.   Vasti i riferimenti teorici che vanno dalla psicologia cognitiva corporea, all’interazione corporea,  ergonomia cognitiva ed ergonomia sociale.
Gli studi realizzati da Riva nel solco della ricerca internazionale di psicologia cognitiva consentono di rivalutare il ruolo dell’intuizione nell’azione “sensata” delle persone e di collegare l’azione intuitiva a quella ragionata. In questo contesto va tenuta presente la stretta connessione tra percezione ed azione.
Intuizione e ragionamento, pur appartenendo a sistemi cognitivi separati, si incontrano nell’azione ed è questa azione che diventa il focus dell’interesse. Il fare – anche intuitivo – e la riflessione sul fare.
Il ragionamento fatto da Riva è stato molto più articolato e ricco di riferimenti  ed io lo ho qui riportato per le parti che sono più significative per me.
Riva ha segnalato lo sviluppo da parte del suo gruppo di ricerca di un software Open Source per attività in realtà virtuale, il programma NeuroVR (www.neurovr.org) che consente di  simulare delle situazioni per fare sperimentazioni pratiche. Assicura essere di facile uso anche per coloro che hanno competenze di programmazione.

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Un pensiero su “Dal CKBG – Riva e la psicologia e nuovi media”
  1. Molto interessante la relazione che hai riassunto. Ho visionato già il software NeuroVR. Risulta veramente potente ad un primo impatto. Adesso occorre trovare il tempo di sperimentarlo concretamente.

    Devo segnalarti che l’indirizzo corretto è il seguente:

    http://www.neurovr.org/

    Quello da te fornito porta ad una pagina inesistente.

    Ciao. Annarita

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