È fuori di dubbio che una persona “competente” è meglio attrezzata di una persona “istruita”. Lo è per sé stessa, la sua autonomia, la sua libertà, lo è per la società che vede persone più consapevoli e responsabili e lo è anche per il mondo del lavoro che vede lavoratori  ricchi di risorse, capaci di far fronte ai cambiamenti, efficaci.

La competenza soffre, però, di una ambivalenza “politica” essendo oggi giocata tra l’omologazione al pensiero dominante e la rivendicazione della diversità, dell’identità, della libertà.

A scuola il tema della competenza è, giustamente, sempre più al centro del dibattito.

Dico “giustamente” perché la didattica per le competenze è una didattica ricca, è una didattica che attribuisce valore tanto agli studenti che agli insegnanti. La didattica per le competenze, quella vera non quella farlocca, è una didattica efficace.

Il recente Rapporto ministeriale sulla prima sperimentazione della certificazione delle competenze nel primo ciclo d’istruzione mette in evidenza luci e ombre di questo approccio e ne rilancia l’azione.

In un mio articolo scritto per conto di Pearson ho compiuto una breve analisi del Rapporto stesso mettendo in evidenza le tante ambiguità ancora presenti.

Ho compiuto quella analisi assumendo un’idea forte, solida e autentica di competenza, un’idea che si rifà a ciò che la competenza è nel suo significato e nella sua pratica.

Rispetto a questa idea ho rilevato come anche nel Rapporto sia presente ancora tanta ambivalenza tra l’idea di scuola delle discipline e quella di scuola delle competenze.

Discipline e competenze non sono in conflitto concettuale e operativo (le discipline sono una componente delle competenze) ma lo sono in termini di focalizzazione dell’organizzazione della scuola: la scuola non può essere centrata sulle discipline e voler generare competenze. Con la nostra tradizione scolastica, ad uscirne con le ossa rotte sarebbe di certo la competenza.

Nel mio contributo, accessibile nel portale dell’editore Pearson, argomento questa affermazione e identifico i nodi da dipanare se si vuol lavorare veramente per le competenze e rinnovare la scuola italiana.

Tra questi nodi un vero piano per la formazione degli insegnanti, adeguatamente finanziato e realizzabile nella realtà del funzionamento delle scuole.

Qui il mio contributo 

Pearson novembre

 

http://www.pearson.it/formazione-valutazione-certificazione-competenze

http://ww2.istruzioneer.it/2015/11/16/certificazione-delle-competenze-nelle-scuole-del-primo-ciclo-c-m-32015-rapporto-di-monitoraggio-a-s-20142015/

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