Il tema del congresso SIeL di quest’anno è stato: “eLearning tra formale ed informale”. Se ne sono sentite tante, quasi tutte nel segno del “lunga vita all’informale”. Si né fatto notare, citando studi, ricerche, visioni, come l’apprendimento formale copra non più del 20% di quanto sappiamo per tirare a campare. Si è, anche, detto che la scuola non valorizza per nulla gli apprendimenti informali. Si è detto: “integriamo il formale con l’informale”.
Cerco di capirne di più analizzando il problema e cogliendone, almeno in parte, le sue molteplici sfaccettature.
- L’informale è una modalità di apprendimento “naturale” e come tale non può essere e non deve essere snaturata “formalizzandola”
- L’apprendimento naturale avviene attraverso una pluralità di strategie (Schank)
- Ciò che si apprende per via informale è diverso da quanto si apprende per via informale
- L’apprendimento informale è sempre “significativo”
- Nell’apprendimento informale, chi apprende sente la completa “proprietà” del processo
- Molto apprendimento informale è tacito ed implicito (Polanyi)
- Molto agire competente non è consapevole
- Un agire consapevole è “produttivo” (contrario di “ri-produttivo”)
- Una cosa è l’apprendimento deliberativo, altro quello reattivo ed implicito (Eraut)
- Il concetto di “competenza professionale” rinchiude in sé la dimensione dell’apprendimento informale
- L’uso del portfolio è una valorizzazione della competenza indipendentemente da come essa è stata sviluppata
- La diffusione di strumenti che valorizzano l’apprendimento informale cambia il potere nella scuola
….. sotto con la creatività
Una prima e provvisoria conclusione:
Sarebbe utile comprendere come avviene l’apprendimento informale per identificare strategie didattiche da esportare nei sistemi di apprendimento formale
Concordo con la conclusione. In fondo un formatore, un “didattico” può intervenire attivamente (e, se possibile, efficacemente) solo sull’apprendimento di tipo formale.
Però forse bisognerebbe riflettere anche sul fatto che l’apprendimento informale, perché sia produttivo, richiede abilità cognitive complesse che non credo possano essere del tutto “naturali” (nel senso di innate, già possedute).
Queste abilità, forse, andrebbero apprese e sviluppate attraverso percorsi formali.
E così torneremmo alla centralità dell’apprendimento formale che, in fondo, è quello che solo possiamo fare (e che, a mio parere, pesa molto più del 20% su ciò che “sappiamo”).
concordi pienamente sul fatto che l’apprendimento informale possa essere allenato sviluppando “abilità”, soprattutto meta-cognitive