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Riflettendo intorno al DULP, mi sono domandato quali connessioni ci fossero tra il paradigma proposto da Carlo Giovannella ed alcune mie riflessioni fatte nel “lontano” 2007 in apertura del convegno Bolzano07, conversazione sugli usi didattici delle tecnologie. In quell’occasione tentai una breve riflesione sulla breve storia delle tecnologie didattiche e lo feci dal punto di vista  di un operatore che sta sul campo da parecchio tempo e che ha visto nascere quell’interesse diffuso per le tecnologie conosciuto ai più come e-learning (per la verità, le tecnologie nella didattica sono usare ben da prima anche se non sono mai state così “popolari” come in questi ultimi anni).

Ebbene, in quell’occasione, identificai alcuni spostamenti concettuali tra i “primi” usi e quelli che via via si sono visti:

  • Formale → informale
  • Strutturato → destrutturato
  • Statico → dinamico
  • Ordinato → caotico
  • Certo → incerto
  • Generico → situato
  • Conformità → divergenza
  • Dipendenza → responsabilità

Sul piano operativo identificai alcune tendenze

  • Dai contenuti all’interazione didattica, alla costruzione
  • Dalla centralità del docente alla centralità del soggetto che apprende
  • Ruolo del docente da esperto dei contenuti a facilitatore dell’interazione tra chi apprende (fino a scomparire del tutto, learning without teaching)
  • Dalla classe alla comunità (di apprendimento e pratica)
  • Da tecnologie visibili a tecnologie invisibili
  • Da ambienti bidimensionale ad ambienti tridimensionale

Se vogliamo identificare una macro-tendenza che compendia tutte quelle sopra descritte questa sta certamente nel passaggio dal learning con prefisso (la e) al learning senza prefisso, nella perdita di centralità della tecnologia  e nella riappropriazione di centralità dei processi di apprendimento con tutte le loro specificità e caratteristiche.

E così conclusi:

La didattica con le tecnologie digitali e di rete in un breve lasso di tempo ha fatto passi da gigante allargando in modo consistente i contesti di utilizzo, creando aspettative elevate e procurando cocenti delusioni. Aspettative irrealistiche sull’impatto (positivo) delle tecnologie sono state accese dall’ignoranza della specificità dei processi di apprendimento, da una consapevolezza ingenua ed una visione iper semplificata degli stessi.

L’avvento delle tecnologie ha, per contro, generato anche una attenzione pedagogica alle implicazioni ed alle opportunità da queste offerte al miglioramento dei processi di apprendimento ed è proprio in questa direzione che le tecnologie stanno riconquistando una immagine positiva ed un senso di utilità didattica. Questo cambiamento di atteggiamento, di immagine e di impatto sta andando di pari passo con lo spostamento della focalizzazione dalle tecnologie all’apprendimento, dal passaggio del governo dei processi dagli informatici ai pedagogisti ed ai didattici.

Sono passati più di due anni, un’enormità sul piano dello sviluppo delle concettualizzazioni intorno all’apprendimento ed ai sistemi per l’apprendimento (scuola, università…).

Dal punto di vista delle tecnologie didattiche, con il DULP mi pare si stia facendo il grande salto del definitivo abbandono delle stesse come specifico oggetto di attenzione  e della loro collocazione sullo fondo della strumentazione didattica a disposizione di chi idea, progetta, sviluppa ed implementa ambienti di apprendimento ricchi di risorse.

Il DULP mi pare, quindi, una eccellente concettualizzazione che coglie e visionariamente sistematizza segnali deboli e pratiche nascenti e proietta il tutto in un “sistema” organico di idee e pratiche.   E di questo sono grato a Carlo ed è anche per questo che sono ben felice di dare una mano per il successo dell’evento.

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