42
Stimolato da un servizio di Superquark di ieri (27 agosto) ho voluto capirne di più e mi sono documentato sull’esperienza della francese 42.
Una prima conclusione: in quella scuola-nonscuola ritroviamo alcuni principi pedagogici e organizzativi importantissimi anche per scuole-scuole. Ma andiamo con ordine.
La 42 (che in sostanza è una scuola perché le persone ci vanno per imparare e perché è animata e sostenuta da un disegno pedagogico) non è una scuola in senso canonico: nessun contenuto predefinito, niente aule, niente professori, nessuna interrogazione e nessun diploma o laurea. L’accesso è determinato dalle caratteristiche personale dei candidati: Nessun prerequisito scolastico, nessun curricolo da valutare. Dai 18 ai 30 anni. Prima Selezione sulla base di attività tipo soluzione di problemi in ambienti di simulazione e selezione finale in seguito ad uno lungo stress-stage presso la scuola.
La scuola è privata ma la frequenza è gratuita: paga uno degli uomini più ricchi del mondo, Xavier Niel,  un “avanzo di galera” (incitamento alla prostituzione) che ha investito ben 70 milioni di euro. Avanzo di galera anche il direttore, Nicolas Sadirac (hackeraggio). Forse che le persone normali non sono tanto predisposte all’innovazione…
Alla 42 (reminiscenza del romanzo visionario di Douglas Adams, Guida galattica per gli autostoppisti,) si “impara” ad avere un pensiero fortemente innovativo e a usarlo in un contesto di tecnologie digitali (Born to code è il  motto della scuola) per ideare e realizzare prodotti e servizi innovativi per le imprese francesi, ma anche per una propria impresa. Una specie di programmatori ma dove l’informatica è solo lo strumento per nuove idee di business
Non sono pochi degli allievi ad essere persone espulse dalla scuola “normale” o che in questa non ha mai trovato posto ma che è dotata, che ha passione ed entusiasmo, che ha voglia di studiare, di fare fatica ma che è disponibile a farla per un progetto pedagogico personale, non per la proposta che fa loro la scuola.
Da quel che ho letto ed ho potuto dedurre, mi pare che la 42 fondi la propria azione su questi principi:
  • Valorizzazione delle risorse della persona (abilità, interessi, desideri, aspettative…):
  • Sfruttamento delle potenzialità della collaborazione tra pari;
  • Ricorso alla conoscenza distribuita nella comunità e in rete;
  • Organizzazione aperta del “curricolo”  per percorsi personalizzati;
  • Organizzazione dell’apprendimento attorno a progetti di crescente complessità;
  • Ambiente fisico per l’apprendimento stimolante e coinvolgente;
  • Tempi e modalità di lavoro aperti e flessibili con il solo vincolo del risultato;
  • Enfatizzazione della responsabilità e apprendimento autodiretto;
  • Valorizzazione del pensiero divergente per un’operatività creativa e innovativa.
Tutti elementi utilizzabili anche in contesti non “estremi” come la 42. Un esempio che la scuola può funzionare solo quando tradisce sé stessa, quando, cioè, rinnega in modo deciso le pratiche abituali e obsolete. Tutto il resto è maquillage, è una vecchia signora che ha maldestramente spianato le rughe più evidenti.
Riflessione finale: i soldi certamente servono ma senza una “testa” adeguata anche quelli non portano a nulla. Da noi di soldi ce ne sono pochi, di teste per l’innovazione ancor meno.
http://www.corriere.it/scuola/classe-digitale/15_gennaio_09/scuola-ribelle-computer-1df7a4f8-97f2-11e4-bb9d-b2ffcea2bbd2.shtml
http://tech.fanpage.it/lo-steve-jobs-francese-apre-una-scuola-gratuita-per-sviluppatori/
http://laurenecastor.com/42-les-chroniques-dune-noyee/
http://www.liberation.fr/ecrans/2015/03/01/numerique-alt-garderie-pour-bebes-niel_1212092

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