P.Picasso

Valutare a distanza si può, con enorme beneficio per l’apprendimento.

Valutazione autentica

Si può alla condizione di lasciar perdere le “interrogazioni”, di liberarci dall’ossessione del controllo (e se copia? e se qualcuno suggerisce?) e di lasciar perdere le valutazioni standardizzate attraverso test.

Si può valutare assegnando compiti valutativi che rappresentino l’apprendimento autentico dello studente, si può attivare la valutazione autentica, la valutazione di un elaborato che visualizza le conoscenze e le abilità possedute.

La “consegna” che diamo allo studente per tale attività deve essere “aperta”, non deve essere strutturata, non deve, cioè, essere prescrittiva, non deve indicare una sequenza di operazioni da eseguire e, soprattutto, deve prevedere più opzioni come “risultato” o “prodotto”.

In buona sostanza, per valutare in modo autentico dobbiamo partire da una attività che possa prevedere non una ma più modalità di approccio, di sviluppo e di risultato.

Un modello di attività che porta a valutare in questo modo è quello che ho illustrato qui, ovvero le Attività di Apprendimento.

La valutazione “oggettiva”

Come valutare una “prestazione” aperta, non standardizzata? E, soprattutto, come farlo in modo “oggettivo” (la preoccupazione di ogni insegnante)?

Qui va sfatato un mito, una credenza tanto diffusa quanto errata: nessuna valutazione è oggettiva perché è sempre basata sulla rappresentazione di una prestazione ideale che è caratterizzata da aspetti di qualità che noi, soggettivamente, abbiamo assunto selezionandoli (soggettivamente) tra i tanti possibili.

Questa operazione di selezione è il più delle volte anche “implicita”

Il problema non è tanto la natura soggettiva o implicita della selezione dei criteri di qualità sui quali basare il giudizio, ma il vero problema è rappresentato dalla natura arbitraria di tale operazione.

Operazione Trasparenza

Ecco, quindi, la necessità della “Operazione Trasparenza”.

Se la valutazione è soggettiva, se i criteri sono impliciti, non per questo la valutazione stessa deve necessariamente essere arbitraria.

La cosiddetta “Operazione Trasparenza” consiste nel rendere espliciti i criteri che usiamo per valutare e che sono per lo più impliciti, non sono, cioè, evidenti e consapevoli neppure a noi stessi che li usiamo: rendere esplicito l’implicito non è un’operazione semplice ma possibile e, soprattutto, utile.

Oltre all’esplicitazione dei criteri sui quali basiamo la nostra valutazione, per renderla valida è opportuno che gli stessi vengano condivisi all’interno della comunità in cui vengono usati.

Esplicitazione e condivisione rendono valida e affidabile un’operazione soggettiva.

Sul piano operativo ci viene in soccorso l’approccio noto come RUBRIC di valutazione, una forma particolare di “griglia” di valutazione che si caratterizza per una descrizione analitica dei criteri di qualità del lavoro degli studenti (ovvero quali aspetti del lavoro degli studenti riteniamo importante prendere in considerazione) e per ciascuno di questi, i descrittori dei livelli (ovvero la specificazione della prestazione osservabile nei differenti livelli in cui si articola la valutazione).

La complessità della rubric dipende dallo scopo della valutazione, ma empiricamente si può dire che con tre/quattro criteri e tre livelli si può fare una buona valutazione.

Valutazione come opportunità di apprendimento

La rubric non è solo uno strumento ma è anche, e soprattutto, un approccio alla valutazione che la vede come opportunità di apprendimento, che consente di formulare un giudizio analitico sull’apprendimento dello studente e di fornire allo stesso un feedback altrettanto analitico che gli consenta di identificare le criticità del proprio elaborato e sulle quali lavorare per un miglioramento. Una rubric non fornisce allo studente un feedback sintetico (un voto o un giudizio tipo buono, o da migliorare) ma indica in modo preciso quali siano gli aspetti da migliorare.

La rubric, per farle esprimere pienamente l’efficacia, dovrebbe essere data agli studenti assieme alla “consegna” per i lavori, questo per indicargli le caratteristiche di un buon elaborato e da usare come guida per imparare e per realizzare la prestazione in modo coerente con queste oltre che per aiutarlo a monitorare e autovalutare il proprio lavoro

Questo in omaggio al principio che una rappresentazione accurata del risultato da ottenere (descritto analiticamente nella rubric) migliora l’organizzazione delle proprie risorse e i processi di controllo esecutivo. Un’efficace rappresentazione del risultato da ottenere può essere facilitata attraverso l’esplicitazione delle caratteristiche della prestazione attesa.

Concludendo:

  1. Valutare a distanza si può
  2. La valutazione va intesa, prioritariamente, come occasione per fornire feedback e migliorare l’apprendimento
  3. Per poter valutare in modo autentico vanno proposte attività di apprendimento adeguate
  4. L’uso delle rubric rende trasparente i criteri sui quali si basa la valutazione
  5. Il processo soggettivo della valutazione non si trasforma in un processo arbitrario

Fatte salve, ovviamente, tutte le implicazioni amministrative della valutazione.

Con questa proposta, il mio intento è stato quello di offrire una prospettiva pedagogica alla valutazione e di integrare apprendimento e valutazione.

RISORSE

Una lettura sulla valutazione autentica. Rose Marra, Università del Missouri, pubblicata in Le tecnologie per la didattica, Erickson Trento, 2009, a cura di Giovanni Marconato

PROPOSTE FORMATIVE

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6 pensiero su “DaD, cosa e come valutare”
  1. Per rendere gli alunni soggetti attivi e responsabili, devono essere chiari anche per loro quali criteri sono adottati e condivisi all’interno del sistema di verifiche e di valutazione, a maggior ragione quando la didattica a distanza è esplicitata necessariamente da strumenti e modalità che dovrebbero riavvicinare quanto più possibile l’azione del docente a quella del discente

  2. Per coinvolgere maggiormente gli alunni e renderli soggetti attivi e responsabili deve essere esplicito quale sistema viene adottato sia per i criteri che per le valutazioni. Quest’ultima vista come un’opportunità di apprendimento e formazione al fine di promuovere e valutare le prestazioni degli studenti e le loro competenze.

  3. Maurizio, Angelino, concordo con quanto affermate. L’esplicitazione dei criteri fa fatta nel modo più trasparente possibile e la loro comunicazione agli studenti va fatta ancor prima di iniziare l’apprendimento che poi sarà valutato

  4. Potremmo avere delle linee guida per elaborare griglie valutative per la valutazione finale della DAD?

  5. Antonietta le questioni più generali le ho trattate nei post; per andare sull’operativo non bastano linee guida. La valutazione e le rubric di valutazione sono temi che tratto nella mia formazione nelle scuole che mi chiamano

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