P. Picasso

In precedenza ho trattato quelli che possiamo considerare i fondamenti dell’insegnamento a distanza, da alcuni concetti come la teoria dell’interazione e della comunicazione, la teoria dell’autonomia e dell’indipendenza e, infine, la FAD come industrializzazione dei processi educativi. Ho, anche, presentato alcuni modelli di attività didattiche, le Attività di Apprendimento e un modello “duro”, per pochi, per favorire lo sviluppo di pensiero plurale, i Cognitive Flexibility Hypertexts. Ho parlato di valutazione proponendo un approccio generale e un approccio intuitivo. Come sintesi degli approcci proposti ho formulato dei suggerimenti su come ridurre il danno e su come superare la fase del panico, ho, inoltre, riscritto a modo mio la circolare 388 e una sorta di memorandum ad uso dei dirigenti. Ho trattato anche la questione delle tecnologie che, a mio avviso, sono marginali nel decretare il successo dell’istruzione a distanza. Trasversalmente ho messo in evidenza come il senso primo della DaD sia il prendersi cura.

In questo post farò ulteriori approfondimenti concettuali a partire da una definizione della FAD come tecnologia dell’istruzione.

Obiettivo di questo post è illustrare alcuni “strumenti” finalizzati a rendere efficace la proposta di nuovi contenuti in condizioni di Didattica a Distanza facendo riferimento agli approcci cognitivisti all’apprendimento e, in particolare al lavoro di Ausubel sugli “Organizzatori propedeutici” (Advanced Organizers)

Ancora una pillola per cercare di arricchire le attività di DaD e anche questa volta attingo all’immenso patrimonio di conoscenza accumulato negli anni di insegnamento a distanza in tutti i Paesi, su tutti gli argomenti dello scibile umano, con l’utenza più disparata.

La Formazione a Distanza è una vera e propria Tecnologia dell’istruzione: concetti, conoscenze, esperienze e strumenti integrati in un dispositivo educativo finalizzato ad offrire un’esperienza di apprendimento di qualità nelle situazioni in cui gli atti dell’insegnamento e dell’apprendimento sono separati spazialmente e temporalmente.

Pur non essendo quella che ora viene denominata Didattica a Distanza un vero e proprio dispositivo di FAD, alcune idee e pratiche di questa possono tornare utili per arricchire l’attuale insegnamento a distanza.

La questione è la seguente: quando devo presentare nuovi contenuti di cui lo studente dovrebbe appropriarsi, c’è una differenza tra un libro dove i contenuti sono organizzati sulla base della logica del dominio di conoscenza e un testo che incorpori una qualche intenzionalità didattica oltre al contenuto stesso? Che differenza c’è tra una conferenza tecnico-scientifica e una comunicazione didattica?

Detta diversamente: se voglio dare un valore aggiunto in senso didattico alla comunicazione di contenuti, tanto quando questa avviene in modalità orale oppure scritta, quali attenzioni potrei avere per sostenere lo sforzo di apprendimento fatto dallo studente? Mi sembra, questo, un problema in cui il mestiere dell’insegnante dovrebbe saltar fuori.

Il problema di come organizzare e presentare “contenuti” si pone perché la struttura cognitiva dell’insegnante (le conoscenze possedute, i significati e la loro organizzazione) non è la stessa dello studente e pertanto la trasmissione dei saperi dell’insegnate deve comprendere anche dei mediatori tra chi trasmette e chi riceve.

Gli ESDS, Embedded Support Devices

Nella logica, quindi, di come possa essere sostenuto il lavoro dello studente a distanza quando facciamo una lezione o quando prepariamo un testo da studiare, la FAD ci viene in aiuto con la categoria nota come “ESDS Embedded Support Devices“, ovvero aiuti in varia forma incorporati nella lezione o nel testo che hanno la funzione di sostituire l’insegnante (assente) che nella formazione d’aula sarebbe pronto ad offrire degli aiuti nella comprensione e assimilazione dei contenuti.

Gli ESDS vengono usati quando si sviluppano i materiali didattici da usare in FAD per trasformare i contenuti tecnici in materiali per l’autoapprendimento. Questa elaborazione dei contenuti è il nucleo della didattica a distanza ed è un’attività molto dispendiosa di risorse (tempo, denaro) ma indispensabile per creare un contesto di apprendimento efficace.

Tutti questi aiuti hanno lo scopo di conformare il più possibile la trasmissione dei contenuti alla struttura cognitiva dello studente, di modellare i contenuti sulle modalità in cui la mente si organizza per ricevere e organizzare i nuovi contenuti; questi aiuti hanno lo scopo di rendere cognitivamente ergonomica la loro trasmissione, hanno la funzione di sostenere, come un’impalcatura , il processo di apprendimento: siamo allo scaffolding cognitivo.

Gli ESDS sono un insieme di “aggiunte” formalizzate e correlate al testo o al parlato, sono estensioni ed elaborazioni dei materiali per l’apprendimento quali domande, o descrizione degli obiettivi che ci si prefigge raggiungere, da inserire prima della presentazione del contenuto in modo da attivare e focalizzare l’attenzione oppure proposte dopo la sua presentazione per sistematizzare quanto ricevuto; sono anche schemi, illustrazioni, consigli per lo studio. Tra questi annoveriamo anche gli Advance Organizers.

Advance Organizers

Gli “Organizzatori Propedeutici” (alcuni li chiamano “anticipatori”) sono una particolare forma di ESDS e sono dei contenuti che vengono presentati in anticipo sul materiale principale e hanno, sostanzialmente, la funzione di aiutare chi apprende ad organizzare il materiale già appreso per predisporlo (cognitivamente) all’arrivo del nuovo.

Questi contenuti sono presentati ad un più alto livello di astrazione, di generalità e comprensività di quello presentato nella parte principale del testo (Ausubel).

Queste loro caratteristiche facilitano il collegamento delle nuove idee che saranno presentate con quanto già si conosce.

Come regola empirica si ritiene che la loro lunghezza possa variare dal 10 al 15% del testo principale.

Ad esempio, questa frase è un tipico Advance Organiser: “Dopo aver descritto nel capitolo precedente le implicazioni sociali dell’introduzione delle nuove tecnologie, in questo descriveremo le tipologie delle tecnologie utilizzabili e lo faremo facendo riferimento a quanto sta avvenendo nel mondo universitario canadese”.

Nella prima frase facciamo un riepilogo di quanto è stato detto  in precedenza, nella seconda parte anticipiamo quanto sarà detto successivamente.

Si tratta, come si è visto, di una piccola parte di testo di carattere molto generale il cui scopo è di fornire uno sguardo d’insieme ed elementi organizzativi o, in termini tecnici, predisporre delle ancore concettuali per il materiale più dettagliato che verrà dopo. In questo modo la struttura concettuale di che legge o ascolta viene preparata a ricevere il contenuto successivo che, grazie a questa struttura organizzativa, sarà compreso ed appreso in modo più agevole.       

Gli Advance Organizers possono avere la forma di descrizioni (come nell’esempio), analogie, metafore oppure organizzatori grafici (mappe mentali e concettuali, diagrammi causa-effetto, grafici di sequenza, grafici dell’idea principale e dei dettagli, diagrammi di confronto).

Per essere utili agli studenti, gli organizzatori devono essere posti in termini familiari, cioè in termini di qualcosa che già si sa.

Queste semplici indicazioni vanno a toccare una dimensione importante dell’apprendimento significativo e contribuiscono in modo consistente all’efficacia della didattica. Ogni lezione (modalità orale di trasmissione) e ogni materiale didattico (modalità scritta) attraverso i quali presentiamo nuovi contenuti allo studente dovrebbe prenderle in considerazione.      

Nella strutturazione di questo post ho fatto riferimento ai concetti e agli strumenti qui presentati (testi con fondino giallo ocra): inizialmente ho realizzato un Advance Organizer (i due primi paragrafi) e un ESDS in forma di “obiettivi”.

     

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Un pensiero su “DaD – Trasmettere contenuti: gli “Advance Organizer””
  1. Ho inserito [da questo post] la frase
    la trasmissione dei saperi dell’insegnaNte deve comprendere anche dei mediatori
    dove ti evidenzio [solo qui] che manca una N.
    in
    https://etherpad.devol.it/p/dialog-bootstrap-r78edi6 (“AVVIAMENTO DI DIALOGO a proposito di … Un Sistema Sociale da Ri-Formare”)

    Nell’ambito della nostra relazione con la tecnologia dell’informazione mi sembra di poter dire che sia andata persa l’occasione di capire la differenza fra “trasmettere” e “far cooperare” saperi.

    Tre anni fa ho assistito alla presentazione di un saggio. L’autore, un accademico docente di sociologia, aveva scritto dell’importanza della comunicazione tra sistema sociale e sistema tecnico. Sono andato a parlargli. Mi ha invitato a scrivergli. Gli ho manifestato il desiderio di mettere in relazione gli argomenti del suo saggio con l’esperienza, di quel tipo di comunicazione, già offerta da ambienti organizzati come il CERN.
    Mi ha risposto che non conosceva quell’esperienza e quindi non poteva valutare la mia richiesta.

    Quindi io, portatore di esperienza esistenziale, non posso comunicare con un portatore di sapere costituito?

    Per non dimenticare di ragionarci un po’ su ho inserito anche, nel mio tentativo di avviamento di dialogo, quest’altra citazione da
    DaD – Qualche idea per Dirigenti democratici – http://www.giannimarconato.it/2020/03/dad-qualche-idea-per-dirigenti-democratici/
    “La valutazione è un’attività costitutiva del processo di apprendimento, anche a distanza, e dovrebbe essere finalizzata a fornire feedback tempestivi e dettagliati per apprezzare i risultati conseguiti, per far emergere le criticità e per fornire allo studente informazioni circostanziate per migliorare il proprio apprendimento.”

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